Miguel Layun, ai tempi stufatosi dell’Europa dove pure, Bergamo a parte, un paio di comparsate e via, non aveva fatto male, alla fine s’è stancato del calcio stesso dell’Europa. Cresciuto fra Queretaro e Veracruz, in maglia America dopo la parentesi bergamasca e al ritorno dal Monterrey vincendoci più di qualcosina, il laterale destro ha deciso di dire basta. Il ragazzo del mistero, piovuto ventunenne a Zingonia, oggi ne ha 35 a mezzo e chissà che ricordo avrà conservato di quella bocciatura in un’annata disastrosa per l’Atalanta, piombata in serie B. Al Porto avrebbe assommato 16 timbrate di cartellino e 2 reti in Champions League. Come dire che era tutt’altro che scarso.
Il ritiro di Layun, due volte in maglia Dea
Era la stagione dei quattro tecnici: Angelo Gregucci durato il primo turno di Coppa Italia e 4 partite di campionato, Antonio Conte 13, Valter Bonacina 1 a Palermo da traghettatore e infine Bortolo Mutti. L’ultima retrocessione della storia. Miguel Arturo Layun Prado, nativo di Cordoba, proveniente dai Tiburones Rojos, in nerazzurro è passato alla velocità di una meteora: all’81’ sul campo del Chievo al posto di Jaime Valdes quando a Tiribocchi aveva già risposto Pellissier, al 67′ a Cagliari (sotto 3-0, doppio Nené e rigore di Matri nel finale del primo tempo) per Nicola Madonna. 27 settembre e 1° novembre 2009, in mezzo sei panchine. Con l’anno nuovo, anche i saluti definitivi.
Da Conte alla Champions
Veloce, essenziale, tocco discreto, origini libanesi e spagnole con passaporto comunitario, nella sua Nazionale Layun ha vinto la Gold Cup Usa-Canada nel 2015, dovendo saltare l’edizione 4 anni più tardi per la rimozione di una massa tumorale e partecipando ai Mondiali del 2014 e 2018. Da esterno basso o alto, sporadicamente mezzala. A gennaio 2010 il primo ritorno alle origini, nell’America, squadra della Capitale, per un quinquennio. Poi il Porto, il prestito al Siviglia sempre nello stesso mese del 2018, il Villarreal per un semestre e il rientro entro i confini natii nell’ennesima sessione invernale della sua parabola professionale. Conclusa da poco, con l’ultima apparizione il 3 settembre scorso nel 3-2 casalingo al Cruz Azul.
Tutti i numeri di Layun
Nato a Cordoba il 25 giugno 1988, l’ex nerazzurro per così pochi flash ha accumulato cifrette che lèvati. 514 match con 42 reti e 58 assist i numeri finali della parabola professionale dell’esterno messicano preso e scartato dal nerazzurro Orobie, più 73 presenze e 6 gol in Nazionale. Il palmarès gli ha riempito di trofei la bacheca personale, impensabile per uno centellinato dall’Agghiacciante. 3 campionati messicani, Clausura 2013 e Apertura 2014 con l’America più l’Apertura 2019 col Monterrey. Il titolo portoghese col Porto nel 2018. 3 Champions League CONCACAF, America 2015 e Monterrey 2019 e 2021. Quindi, la Gold Cup col Messico nel 2015.
EL ÚLTIMO BAILE 🤔
⚽ Por medio de sus redes sociales, Miguel Layún, futbolista de América, anunció su retiro al final del #Apertura2023.
📌 En 17 temporadas jugó con #Veracruz, #Atalanta, #América, #Watford, #Porto, #Sevilla, #Villarreal y #Rayados.
📸 Mexsport pic.twitter.com/iKSY95b7XA
— ONCE Diario (@oncediariomx) October 9, 2023
Miguel Arturo Layun Prado..ci voleva tanto?
Layun
Layun
Layun?
Certo che ricordo….
Da noi non molto, ma in Spagna meglio.
Un altro della serie poteva essere ma non è stato
Comunque tante bollicine