Ha segnato al Genoa, la ciliegina sulla torta del 4-1, l’11 febbraio scorso. Quindi alla Mauritania per chiudere la pratica il 21 e alla Nigeria il 26 per aprire lo score. Tutti gol di opportunismo, che hanno richiesto comunque senso della posizione e qualità atletiche, essendo arrivati per due terzi (escluse le Super Eagles) in gioco aereo. In maglia Atalanta, con cui ha avuto fin qui poche chances, soltanto uno dei tre nell’anno solare della rinascita dopo l’infortunio agostano El Bilal Touré è pronto per una chance?

Napoli o Fiorentina: quale chance per Touré?

A parte i 33 minuti a Marassi al netto del recupero, solo altri 22 in campionato per il maliano, nel garbage time con Sassuolo e Inter, più i 13 tra andata e ritorno dei quarti di finale di Europa League con lo Sporting. Troppo poco per giudicarlo. Atleticamente e fisicamente l’attaccante classe 2001 è a posto, niente da dire. Possibile che non ci sia anche il suo nome sul taccuino dell’allenatore Gian Piero Gasperini, in quota turnover, all’inizio del ciclo di ferro da 9 sfide su 3 fronti nelle prossime 4 settimane? Tra la trentesima a Napoli e la semifinale d’andata di Coppa Italia in casa della Fiorentina, almeno più minutaggio non sarebbe lecito concedergli?

Perché scegliere Touré

El Bilal è l’unica delle punte nella rosa nerazzurra a potersi considerare inespressa. Un’incompiuta, mentre perfino il cavallo di ritorno Aleksey Miranchuk, di nuovo a Zingonia soltanto per il mancato riscatto del Torino e perché nessuno se l’è sentita di scommetterci, ha potuto e continua ad avere le sue opportunità. Toccherà, prima o poi, una chance da titolare al buon Touré, anche il mister ha già fatto sapere in tempi non sospetti che un calendario così fitto non lascia spazio a esperimenti di sorta?