Chi dà i titoli alla mamma che oltretutto non c’è più, chi se la prende con le origini del padrone altrui. Il contrasto fuori dal campo tra tifoserie ha visto prevalere numericamente la porzione di stadio maggioritaria, con quel “Gasperini figlio di p******” udito distintamente da tutti e intonato anche da buona parte dei due rettilinei. Con la Fiorentina siamo alle solite, è sempre una sfida sul piano verbale sul filo dei nervi, a far data dalle famigerate accuse del tecnico dell’Atalanta al Federico Chiesa “cascatore” (ma il mister non azzardò una simile espressione, girandoci intorno) dei tempi della Fiorentina. Il cui pubblico non gliel’ha mai perdonata. Ed era il 30 settembre di 6 anni fa, non l’altroieri.

Gasperini “figlio di”, anche se è nello skybox

I tifosi viola glielo gridarono se possibile ancora più forte in occasione dell’eliminazione agli ottavi di Coppa Italia, in cui lo scontro Gasp-toscani è ormai giunto al quinto round, il 15 gennaio 2020. Cutrone-Ilicic-Lirola, 2-1 e Beppe Iachini ai quarti. Stavolta c’è la semifinale in ballo e il buon Gian Piero era pure nello skybox, come lo sarà al ritorno il 24 aprile al Gewiss Stadium, perché squalificato. Ai tempi, conferenza postpartita di fuoco: “F.d.p. saranno loro. Mia madre ha combattuto per dare la libertà di parola anche a loro…”.

Commisso t***: discriminazione territoriale

Sta di fatto, anzi di diritto, che i cori genericamente offensivi sono abitualmente sanzionati con 5 mila euro, la metà di quanto previsto salvo sconti per ii cori di discriminazione territoriale. “Commisso terù” lo è: potrà anche sembrare uno sfottò, ma è pur sempre pesante. Ha precedenti a Bergamo, come lo “zingaro” all’attuale juventino Dusan Vlahovic. E come i precedenti contro Gasperini. E poco conta che al massimo l’avranno cantato in 625, tanti quanti erano gli atalantini nel settore ospiti. Interrogativa retorica: e darci un taglio, tutti, fin da adesso, pensando solo alla sana rivalità sportiva? Le mancanze di rispetto non sono bruscolini.