Adesso un team di persone intelligenti, a sentire quelle che ritengono di esserlo più di tutti, si metterebbero a smantellare la casa su cui hanno investito, mattone per mattone. Si legge da più parti, di questi tempi, forse sull’onda lunga della depressione per i saliscendi a volte inspiegabili dell’Atalanta anche sul mero piano prestazionale, della possibilità che su Charles De Ketelaere non venga esercitata l’opzione di riscatto. Dieci gol, finora, e sette assist, finora, distribuiti su tre fronti, rispediti al Milan dove il belga aveva zero al quoto. Per soprammercato, risuonano ormai da settimane rumors circa la sostituzione di Teun Koopmeiners, la plusvalenza a portata di mano, con Michael Folorunsho. In pratica uno stravolgimento semitotale dei piani tecnici e dei programmi di crescita di un’Atalanta che, si badi bene, a oggi è in corsa su tre fronti per altrettanti obiettivi e non può decifrare il futuro che l’aspetta nemmeno dall’ultima settimana di aprile in avanti.

La presunta rinuncia a CDK: il nonsenso dei nonsensi

Dopo averci investito 3 milioni e la promessa di 22 a saldo più 4 di bonus, restituire il fiammingo al mittente saprebbe di resa e anche di ammissione di scommessa persa. I bene informati la sapranno anche più lunga degli altri, ma una simile decisione a tutto l’8 aprile appare qualcosa di meno e di peggio di un nonsenso senza precedenti. D’accordo, il 2001 ex Club Brugge non è Josip Ilicic. D’accordo, segna a spizzichi e bocconi, ma sempre il triplo di un Aleksey Miranchuk, tanto per fare il nome di chi per miracolo non è in discussione a differenza sua. Ma se s’imposta il lavoro sul rilancio di un potenziale fuoriclasse, non vi si può rinunciare soltanto perché, agli occhi degli operatori di mercato, a oggi non sarebbe una plusvalenza. Qualunque cosa sarebbe stata meglio dello zero della scorsa stagione e la cifra di CDK pare essere la discontinuità, ma se il mancino dipingesse arte e musica sullo spartito da qui alla fine, magari trascinando la squadra alla conquista di un trofeo, che si scriverebbe? Dietrofront, c’eravamo sbagliati?

Folorunsho per Koopmeiners: come dire che il Napoli è d’accordo…

Quanto al tuttocampista olandese, attuale capocannoniere interno dei nerazzurri, anche solo pensare che il pur ottimo italonigeriano possa in qualche modo sostituirlo è da folli o quantomeno da osservatori poco attenti. Non c’entra assolutamente nulla con un ex mediano, all’occorrenza riciclato a difensore centrale, diventato suggeritore, primo portare di pressing e talvolta ala tattica per esigenze di copione. In più, è di proprietà del Napoli, mica del Verona che talvolta si concede il lusso (da pazzi, lo si rimarchi) di lasciarlo in panchina, come dire che Marco Baroni ha di meglio quando si gira verso la panchina.

La misteriosa tesi del ritorno all’anonimato

Una mezzala d’origine, non un uomo d’ordine, neppure particolarmente geometrico (eufemismo), bravo a far tesoro della gavetta (Tor Sapienza prima delle giovanili alla Lazio, Francavilla, Bari, Pordenone e Reggina poi), di cartellino dei Ciucci, ovvero coloro che avevano infruttuosamente trattato RoboKoop l’estate passata. Come dire che te lo danno con lo sconto. Come dire che il depauperamento tecnico di questa e dell’altra mossa si sposerebbero con gli obiettivi dichiarati dal front office di Zingonia. Dalle chiacchiere all’incubo del ritorno all’anonimato, il passo sarebbe brevissimo e a rischio di scivolata sui ripidi scalini delle teorie fantasiose. Che Koop si venda è nell’ordine delle cose, ma con tutto il rispetto che c’entra Folorunsho con lui? Meglio puntare sull’Alberto Manzoni della Primavera o sul Leonardo Mendicino dell’under 23 di turno, piuttosto. In comune, tra il presunto partente e il supposto rimpiazzo, solo la classe di ferro 1998.