Fanno 67 per Giorgio Magnocavallo, cui tocca in sorte lo spegnimento delle candeline sulla torta proprio il giorno del quarto di finale d’andata della sua Atalanta in casa del Liverpool. Lui, il foggiano di Chieuti cresciuto nella Bassa Bergamasca, l’Europa League non ha potuto nemmeno conoscerla per ragioni anagrafiche. Nondimeno, l’Europa in sé fa parte del suo curriculum nerazzurro lungo 4 stagioni dal 1981 al 1985, da 141 match conditi da 8 reti e un numero imprecisato di rigori conquistati grazie alle sue sgroppate da cavallo pazzo a sinistra: tre timbrate di cartellino nelle trasferte con Bekescsaba e Banik Ostrava e nell’ospitata all’Iskro Bogojne, Mitropa Cup.
Magnocavallo e l’Europa dei poveri
Interista di crescita e formazione, il Magno raggiunse la squadra del cuore piombata nell’inferno della serie C1 contribuendo alla doppia risalita fino alla serie A dal secondo anno di presidenza di Cesare Bortolotti in avanti. La squadra di Agostinelli, Donadoni, Magrin, Moro (Domenico, poi il ritorno di Adelio) e Mutti, cui si sarebbero aggiunti i vari Soldà, Mimmo Gentile e Pacione. Tutto cuore e corse, il foggiano bergamasco fungeva da terzino sinistro fluidificante, termine approdato dagli anni sessanta fin dentro i mitici anni ottanta, con licenza di attaccare come un forsennato. Curiosità, per la maggior parte delle partite atalantine gli toccò il 6, essendo il 3 normalmente riservato allo stopper, che nel calcio a uomo marcava il centravanti avversario.
Magnocavallo e l’epopea degli eroi della C
Ottavio Bianchi rimase in panchina fino alla serie B, ma il salto lo fece fare Nedo Sonetti. Magnocavallo, all’inizio della carriera pro anche con Lecco, Varese, Brescia e Genoa, veniva dal biennio alla Triestina e lasciò dopo la stagione in serie A per andare a parare alla Lazio, voluto dall’allora presidente Giorgio Chinaglia. Due annate lì, altrettante nel Barletta, e dalla B scende alla C2 con Spal e Formia appendendo le scarpe al chiodo trentaquattrenne. In panchina, Frosinone all’inizio dei Novanta, quindi Asperiam e Pagazzanese in provincia, nella sua adorata Bassa. Bergamaschi e atalantini lo si è per sempre, con qualche piacevola coda alla guida delle vecchie glorie della Dea, l’Atalanta Master. Tantissimi auguri a un grande uomo di sport.
TANTISSIMI AUGURI,AUGURI , AUGURI , DI BUON COMPLEANNO HA UN VETERANO DELLA NOSTRA CORAZZATA ATALANTA LA DEA DELL OLIMPUS.
Tanti auguri 🍾 🥂
Tanti auguri Magno
me lo ricordo 👏👏👏
tantissimi auguri Magno 🖤💙