Il difensore atalantino si concede a Sport Week con una lunga intervista. E il suo modello lo elogia in poche parole: “Lui e Romagnoli i migliori difensori italiani del futuro”
Non è mancino né tira le punizioni come il suo modello, ma Gianluca Mancini ha eletto a idolo Marco Materazzi da tempo: “A 16 anni giocavo nelle giovanili della Fiorentina e mi sono tatuato il suo 23, che poi è diventato il mio numero di maglia, sul braccio sinistro. Mio papà è interista e mi ha accompagnato volentieri dal tatuatore”, rivela il centrale difensivo dell’Atalanta al settimanale Sport Week della Gazzetta dello Sport.
IL MATERAZZI ONORARIO. “Mi piaceva il suo modo di affrontare le partite a viso aperto, mettendoci il fisico e la faccia. Nel primo anno da professionista, a Perugia, mi ha mandato la maglia con dedica e poi l’ho pure intervistato: cento domande”.
LA FAMIGLIA ATALANTA. “Con l’Atalanta ho trovato una famiglia che ti fa crescere, ti segue in ogni dettaglio e ti coccola. I problemi si condividono come le gioie. E Gasperini sa insegnare anche le piccole cose. Qui ho scoperto di saper segnare, mentre nella costruzione dell’azione pesa la mia origine da centrocampista d’impostazione”.
Il RICORDO SPECIALE. “Sento ancora la voce di Davide Astori, siamo stati compagni in ritiro a Moena, io da aggregato della Primavera della Fiorentina. La prima volta parlammo di massa grassa, io ero un mangione. Quando l’ho rivisto debuttando in A a Firenze venne a complimentarsi per come ero tirato a lucido. Indimenticabile”.
LA PAGELLA DI MATRIX. Marco Materazzi fa i complimenti all’altro numero 23 dalla spalla del magazine: “Insieme a Romagnoli, in prospettiva, è il difensore italiano più forte”. Aggiungendo, ma non ce n’era bisogno, che da ex cestista e appassionato il 23 è in onore a Michael Jordan…