L’ex allenatore del Milan “olandese” di fine anni ottanta-inizio novanta snocciola i perché delle difficoltà in Champions: “Ritmi, tattica e pressing all’opposto rispetto all’Italia”

“Gian Piero Gasperini è un grande lavoratore e in Champions League insistendo sulla sua strada può migliorare acquisendo esperienza. La mancanza della stessa è uno dei motivi per cui l’Atalanta fatica in Europa”. Parola di Arrigo Sacchi, che alla Gazzetta dello Sport di motivi ne snocciola altri tre, cominciando dalla velocità di crociera sul campo: “I ritmi sono sempre altissimi, non come in Italia, quindi i nerazzurri non hanno questo vantaggio fuori confine”.

CHAMPIONS, UNO CONTRO UNO FATALE. “Esistono anche ragioni tecnico-tattiche alla differenza di rendimento tra quella nazionale e quella internazionale, perché in Champions si gioca in modo diverso rispetto al nostro campionato – ha proseguito Sacchi, tecnico del Milan “olandese” e pigliatutto fra anni ottanta e anni novanta, due Coppe dei Campioni nel 1989 e 1990 -. Si gioca ‘a sistema’, senza lasciare fino a due giocatori in più in difesa. Non c’è il vantaggio della superiorità numerica e si vive di uno contro uno. E poi ci sono sempre squadre corte e pressing: vengono a rubarti palla”.

SACCHI DI CONSIGLI. “L’Atalanta in Italia è terza e una bella eccezione, basta che capisca lo spirito della Champions e troverà grandi prestazioni facendo ancora strada. Le squadre in Europa hanno più conoscenze rispetto alle nostre, spesso lunghe e sfilacciate, e gestiscono meglio le partite”.