La Guerra del Donbass ha creato anche tanta povertà nell’autoproclamata nuova Repubblica del Donetsk
L’avversaria che stasera affronterà l’Atalanta è formazione che negli anni passati ha dovuto fare i conti con problemi ben più grandi di sconfitte sul campo e calciatori importanti persi in sede di calciomercato. La Guerra del Donbass, infatti, ha portato in dote tante difficoltà e tanta paura nella zona circostante Donetsk, con la società del patron Achmetov che ha presto deciso di cambiare il proprio campo-base in altre città.
Fino a poco tempo fa, infatti, lo Shakhtar aveva la propria base operativa presso l’Opera Hotel di Kiev e giocava le partite internazionali a Leopoli, a più di 1000 chilometri da casa. Nella Capitale si tenevano invece le sfide del campionato, nell’ambito di un torneo che ha visto i Minatori conquistare il primo posto in otto delle ultime dieci stagioni sportive. Adesso la società si è avvicinata alla sua terra natale giocando le partite a Kharkiv, cittadina a 300 chilometri di distanza, in quel Metalist Stadium che ospiterà la sfida di stasera
Ciononostante il club ha continuato a mostrarsi vicino alla gente locale, profondendosi spesso in aiuti umanitari ed impegno sociale. Un bel modo per regalare un sorriso a persone che in passato avevano affollato la Donbass Arena, pesantemente danneggiata da alcuni bombardamenti (vedi foto) nell’ottobre del 2014.
Il conflitto, in tutto questo, va avanti. Da una parte l’esercito ucraino, dall’altra i separatisti delle province di Donetsk e Lugansk, a maggioranza russa ed autoproclamatesi indipendenti all’inizio del conflitto. I caduti, da aprile 2014, sono circa 9000. Speriamo tutto questo un giorno possa finire, e lo Shakhtar tornare a giocare per e vicino alla propria gente…