
Parole al miele quelle che Gianfelice Facchetti riserva all’Atalanta nell’edizione odierna de L’Eco di Bergamo. Il figlio d’arte ha giocato a Zingonia per quattro anni da ragazzino, dopodichè è stato dalle nostre parti con le maglie dei dilettanti e non dimentica la società di Antonio Percassi: “Alle spalle della squadra c’è molto altro. Talento, organizzazione, serietà, struttura societaria, lungimiranza con gli investimenti sul vivaio e bravura negli acquisti. Un presidente come Percassi è una figura positiva, capace e per il nostro calcio anche una carta da spendere a livello istituzionale. Io a uno come Percassi darei in mano le chiavi della Lega di serie A, tanto per fare un esempio”.
E quando gli viene chiesto cosa avrebbe pensato il grande Giacinto della Dea dichiara: “Avrebbe potuto leggere dentro la squadra l’anima della città di Bergamo. Di un’operosità silenziosa che porta a grandi risultati, perché saper fare bene le cose semplici, non è semplificare. Anzi, è un valore in più. Un club che, non è un caso, sta realizzando uno stadio nuovo sulle basi di quello vecchio”.
Prosegue l’intervista sull’exploit della scorsa stagione dell’Atalanta: “Ha sempre dato fastidio alle grandi. All’Inter in particolare, soprattutto a Bergamo ma credo che nella passata stagione abbia scalato un altro gradino, sia salita ulteriormente di livello e si sia attestata su un piano più alto. Ora più che mai è un’Atalanta che se la gioca con le big, che va in Europa e vola in testa al girone. Si sta costruendo una dimensione nuova con serietà, programmazione, scelte giuste e mirate”.
