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ESCLUSIVA – Il doppio ex Valoti: “L’Atalanta è un’orchestra perfetta”

Atalanta e Crotone hanno rappresentato l’alba e il tramonto della carriere di Aladino Valoti, oggi apprezzato direttore sportivo del SudTirol (Serie C), ma anche buon calciatore a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta.

Direttore, che ricordi le sono rimasti dell’Atalanta?
In prima squadra ho fatto una sola stagione con una decina di presenze, ma avendo fatto le giovanili sentivo addosso l’impronta nerazzurra. Complessivamente ho vissuto nove anni bellissimi. Era un’Atalanta forte. Io arrivai al secondo anno di Serie A con mister Sonetti. In squadra c’era gente come con Stromberg, Donadoni, Pacione, Soldà, Magrin”.

Ci sono delle somiglianze tra quella squadra e questa?
Si parla di periodi diversi, ma la mia Atalanta condivideva con questa il fatto di essere una squadra di grande corsa, con delle ottime individualità e il pressing alto, una delle caratteristiche del gioco di Sonetti”.

È stupito da quanto stanno facendo i ragazzi di Gasperini?
Stupisce il perfetto mix di calcio spettacolare, aggressività e organizzazione. In alcuni momenti sembra che i nerazzurri vadano con due marce in più. Era così anche l’anno scorso, quindi merito all’allenatore che ottimizza il materiale a disposizione e ai suoi collaboratori. Indubbiamente la società è stata brava a inserire tanti giovani, cosa che fino a qualche anno fa avveniva meno”.

C’è un giocatore che l’ha impressionata in maniera particolare?
Fare un nome sarebbe ingiusto. Caldara è forte, Cristante sembra un giocatore nuovo. Petagna segna poco, ma sa fare la differenza. Sono stati bravi anche gli stranieri a inserirsi bene. Dire Papu Gomez sembra scontato, ma la realtà e che fa cose da top club”.

Parliamo anche del Crotone.
Fu un’esperienza positiva, nella quale ho conosciuto Autieri che mi ha dato tanto, in un ambiente sano. Crotone oggi rappresenta una realtà bellissima. L’Atalanta ormai è una squadra consolidata, Crotone per un giovane può essere una piazza importante perché si può lavorare bene. Ci sono una bella organizzazione e una proprietà forte che crede nel calcio”.

Come vede i rossoblù nella corsa alla salvezza?
Sulla carta può sembrare più facile. L’anno scorso hanno fatto qualcosa di miracoloso, quest’anno la salvezza non è scontata ma può farcela anche se ci sarà da soffrire”.

Nella sua carriera c’è anche la parentesi di Verona, squadra nel quale gioca anche suo figlio. Segue gli scaligeri?
Certo, così come seguo Mattia. Stanno combattendo per cercare di mantenere la categoria, sono vivi e se la giocheranno fino alla fine. Recuperare terreno non è facile, ma vedo una squadra in crescita”.

Ora lavora al SudTirol. Come sta andando?
Dopo i 12 anni di AlbinoLeffe e l’anno a Cosenza, sono a Bolzano, realtà più simile a quella seriana, ma qui c’è una città che ruota intorno al calcio, senza pressioni, in un contesto sano nel quale si vuole costruire qualcosa di importante. Abbiamo un centro sportivo all’avanguardia, l’anno prossimo lavoreremo per il nuovo stadio e ora pensiamo soprattutto a consolidarci dopo avere puntato su tanti giocatori nuovi e l’allenatore più giovane della categoria”.

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