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L’Europa delle palle inattive: Atalanta letale

Meno possesso, ma più concretezza e cinismo per non dover arrivare all’obiettivo soltanto su azione manovrata. Dell’Atalanta grande protagonista nella fase a gironi dell’Europa League si è spesso, e giustamente, messo in risalto il gioco bello e spettacolare, una gioia per gli occhi degli esteti e una delizia per i palati fini dei gourmand del pallone. Ma rispetto al campionato ci sono differenze sostanziali anche nei numeri: la comparazione delle singole voci statistiche, al netto del giropalla da 48 per cento contro il 54 entro i confini, racconta di 7 gol su 14 scaturiti da palla inattiva in 6 match contro i soli 12 su 36 in 24 giornate di serie A.

Da un terzo del totale alla metà, mica bruscolini. Cifre che fanno riflettere sul gap dell’asticella dell’efficacia quando la sfida oltrepassa il fronte domestico. Differente anche la distribuzione delle specifiche, perché i calci d’angolo a parità di reti provocate, ovvero 5, aumentano enormemente la loro importanza nell’economia delle occasioni da convertire nel sacco: vedi apripista di Masiello all’Everton a Reggio, con zuccate di Cristante e Cornelius più la stoccata di Gosens al ritorno a Goodison Park, e Petagna per il nuovo vantaggio con l’Apollon in casa. Grasso che cola per sbloccarla, svoltare o arrotondare.

Nei giovedì di coppa, per converso, si azzerano gli schemi da punizione decisivi. 0 a 4: Gomez con tap in di Caldara contro la Juve all’andata, idem contro il Milan per svettata di Mattia e correzione di Cristante, doppia carezza da fermo di Ilicic per l’ascensore di Masiello nelle trasferte contro Genoa e Sassuolo. In compenso nel Gruppo E si è finalmente vista una prodezza direttamente da piazzato, quella conquistata da Caldara nella tana del Lione e realizzata di seconda dal Papu Gomez su tocco di Freuler. I rigori (segnati: l’argentino col 10 ne ha sbagliati tre in tutto, Firenze-Liverpool-Juve in Coppa Italia) si riducono da tre a uno (Ilicic a Nicosia, autoprocurato). Sostanzialmente in linea, invece, il dato delle occasioni create, da poco meno (259, con 30 assist) a poco più (67 e 9) di 11 per gara. La necessità di tenere i ritmi elevati in una competizione strutturalmente tutt’altro che compassata, infine, unita al contestuale bisogno di sveltire la pratica, ha aumentato il range dei passaggi da 19 a 20 metri facendone diminuire la precisione dall’81 al 79 per cento.

Le cifre in Europa League: minuti, presenze, gol, subentri, assist e cartellini
Berisha 566′ [6 (-4)], Freuler 566′ [6 (1)], Hateboer 542′ [6], Masiello 533′ [6 (1)], Petagna 502′ [6 (2)], Palomino 482′ [5 + 1s 10′], Cristante 453′ [6 (3)], Gomez 458′ [5 (2)], Caldara 425′ [4 + 2s 49′], Spinazzola 376′ [4], de Roon 326′ [3 + 3s 42′], Toloi 284′ [3], Ilicic 257′ [3 (2) +1s 32′], Castagne 238′ [2 + 1s 48′], Kurtic 112′ [1 + 3s 42′], Gosens 49′ [2s (1)], Orsolini 40′ [1s], Cornelius 33′ [3s (2)].
Gol: Cristante 3 (destro, sinistro, testa); Gomez (destro e punizione destra), Ilicic (destro e rigore sinistro), Cornelius (destro, testa) e Petagna (2 testa) 2; Masiello (destro), Freuler (destro) e Gosens (sinistro) 1.
Assist: Petagna, Ilicic e Gomez 2; Spinazzola, Caldara e Hateboer 1.
Disciplinare: Masiello e Ilicic 2; Hateboer, Berisha, Cristante, de Roon, Gomez, Caldara, Petagna, Freuler e Toloi 1.

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