I nerazzurri hanno avuto la meglio sull’Udinese grazie a un martellamento costante. Anche se per avere ragione delle ammucchiate dietro altrui ci sono voluti tempo, pazienza e… mira da raddrizzare
Padronanza del campo e delle occasioni, come nell’1-3 al sapore di beffa della scorsa stagione, ma stavolta l’Atalanta contro l’Udinese ha capitalizzato a dovere una superiorità indiscutibile. Anche se la vittoria all’inglese alla vigilia di Pasqua è arrivata lo stesso con fatica, è stato il successo del gioco contro la tattica delle barricate. Segno di un’incipiente maturità verso il rush finale, secondo l’analisi di stamani de L’Eco di Bergamo.
SERVE CONCRETEZZA. I nerazzurri hanno nondimeno divorato parecchie occasioni, la più clamorosa con l’apripista Petagna in un primo tempo stregato (due volte Gomez, de Roon) e in parte nel secondo (Cristante) prima di affondare i colpi col centravanti stesso e Masiello: la concretezza è sempre una delle voci migliorabili per dormire sonni tranquilli nella prospettiva di una qualificazione europea-bis. L’aspetto più positivo è che pur senza Caldara, Spinazzola e Ilicic la qualità non è venuta meno.
DOMINIO E ORGANIZZAZIONE. È stata l’organizzazione a prevalere sulla volontà altrui di limitare i danni arroccandosi, sempre stando a quanto scrive il quotidiano cittadino. Il ko delle Zebrette è un calcio al catenaccio, che stavolta non è bastato a evitare guai contro una squadra affrontata come una pericolante usa fare quando affronta la big di turno. Un’ora ad accucciarsi consegnando Perica – prima conclusione dei suoi al 40′ – alla solitudine del mancato bomber e il fortino è crollato intorno a metà ripresa: un pullman davanti alla porta che alla fine s’è dovuto scansare.