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Chi è Odgaard, il Cornelius del ’99

Mini focus sul centravanti in uscita dall’Inter Primavera di Vecchi: rispetto al Vichingo dei bergamaschi meno centimetri e più gioco in area

Gian Piero Gasperini lo ha sempre ripetuto fino alla nausea: Andreas Cornelius, come Andrea Petagna, è sì un “nove”, ma atipico e abituato a partire anche molto lontano dall’area. Il gioiellino in uscita dall’Inter Primavera bicampione d’Italia 2017-2018, Jens Odgaard, al centro del braccio di ferro tra Atalanta e Bologna, è invece una prima punta vera. Anche se portato al dialogo coi partner offensivi e all’accompagnamento dei centrocampisti o degli incursori di fascia: vedi Colidio e Merola, Schirò e Zaniolo, Valietti e Sala. E a metterla: 15 in 29 gare ufficiali nella stagione Under 19 appena conclusa, di cui 6 e 6 nella Youth League.

ESORDIENTE PRECOCE. Nato a Hillerod il 31 marzo 1999, il mancino Odgaard, molto rapido nello stretto e abile spalle alla porta da centrattacco mobile ma essenzialmente d’area, ha alle spalle già una cospicua esperienza nel calcio professionistico. Leggi l’esordio precocissimo concessogli dal suo Lingby il 15 marzo 2016 in Coppa di Danimarca contro l’Aalborg, al minuto 89 al posto di Therkildsen. Nella serie A del suo Paese, poco più tardi: il 17 aprile successivo, dal 65′ per Kjaer contro il Næstved. Cifre interessanti già lì, all’origine del reclutamento a Interello da parte dell’allenatore bergamasco (di Mapello) Stefano Vecchi: 20 gettoni, spesso da comparsa, e un gol ogni poker di allacciate di scarpe.

UNA RONDINE CHE FA PRIMAVERA. Una cinquina da pro effettivo che ha catturato l’attenzione dei nerazzurri milanesi. Nel Trofeo Facchetti, in cui ha dovuto raccogliere la non facile eredità di Pinamonti, schiacciato dallo sballottamento con falsa promozione in prima squadra, Odgaard (22 presenze e 18 gol, di cui 9 e 8 in Under 19, nelle nazionali giovanili danesi) è stato frenato da infortuni vari specie nel finale, ma a Bergamo lo conoscono bene comunque: suo il gol del temporaneo 2-2, l’11 febbraio scorso al “Breda” di Sesto San Giovanni, proprio contro la Baby Dea di Massimo Brambilla. Una marcatura dell’opportunismo più sfacciato, col piede che non è il suo, su assist di Colidio.

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