Il tecnico di Gorlago parla a Nice Matin della triste quotidianità da bergamasco nell’epicentro del Coronavirus: “Ho perso due amici di scopa, la famiglia è al sicuro”
“Mi rifiuto di avere paura. Il Coronavirus ha già oscurato le nostre vite, le ha ridotte: con la paura sarebbe finita”. Parola di Sandro Valter Salvioni, ex professionista a centrocampo di varie squadra tra gli anni settanta e gli ottanta prima di cimentarsi con la panchina, tra le altre squadre, con il Nizza e con l’AlbinoLeffe: “S’è ammalato anche uno di questa società, 55 anni, ma per fortuna è fuori pericolo”, ha detto il sessantasettenne allenatore di Gorlago a Nice Matin.
SALVIONI, BERGAMO E NIZZA. Il compaesano dei fratelli Beppe e Titti Savoldi, chiuso in casa in paese, ricorda i tempi in Costa Azzurra, dove dal 2000 al 2002 nel club allora posseduto dal presidente romanista Franco Sensi fu artefice di una promozione in Ligue 1: “Adesso ho perso un po’ la fede e devo vedere la messa in televisione, a Bergamo e provincia ci sono in giro esercito e polizia, ci sta crollando il mondo addosso. Allora in occasione di salvezza e promozione, a Nizza, andai a piedi al santuario di Nostra Signora di Laghet: 22 chilometri, me lo fece conoscere Pancho Gonzales (ex calciatore e tecnico argentino dei nizzardi scomparso nel 2016, NdR)“.
SALVIONI E IL MENAGE FAMILIARE. “Vivo con mia moglie Sara, mia figlia Marcella e mia nipote Carlotta. La mia famiglia è stata risparmiata dal contagio, ma ho perso due vecchi amici con cui giocavo a scopa la sera in un bar a 500 metri da casa mia – ha rimarcato Salvioni -. Domenico di 84 anni e Luigi di 79 anni. Non ho potuto dire addio o andare al loro funerale. Tutte le famiglie sono state colpite da vicino e lontano. Al mattino, aspetto il giornale con paura nello stomaco. Siamo a 12 chilometri da Bergamo e a 40 da Codogno: alla spesa bada mia figlia, l’unica grossa riserva in dispensa è la pasta, la mia luce nei giorni bui, una volta a sera”.
SALVIONI E IL CALCIO. “Il calcio s’è dovuto fermare come tutti ed è giusto così. Non si sa quando e se potrà riprendere, ma manca a tutti – chiosa il gorlaghese -. Il calcio rappresenta la mia via di fuga e per i giornalisti è lo stesso. Vive ancora nella nostra testa. Ma qui si sente solo il rumore delle ambulanze e si leggono necrologi cinque volte tanto rispetto al normale”.
Non mollare bergamo saldra adelante ok??????
Un grosso saluto da Bossico
Anche io mi rifiuto ma purtroppo molte volte mi assale… Poi penso la gioia di poter riabbracciare le mie figlie e le mie 3 nipotine e un po mi passa ❤️