74 giocatori di movimento schierati dall’estate 2016 da Gasperini: 36 a segno, solo un terzo sono punte. Il ruolo dei difensori quando l’attacco fa cilecca
La sorpresa delle sorprese, rivelata dall’edizione odierna di Tuttosport. L’Atalanta, dall’inizio del regno di Gian Piero Gasperini in panchina, non danza soltanto sulle punte. Perché dei 36 giocatori a segno sui 74 schierati, esclusi ovviamente i portieri, gli attaccanti di ruolo sono stati soltanto 12, un terzo del totale. 12 i centrocampisti a segno di tendenze difensive od offensive, i classici jolly alla Mario Pasalic per intenderci. Già, ma gli altri?
ATALANTA, NON SOLO PUNTE. Sono 11 e sono difensori, punto e basta. Una statistica che conferma la fama dei nerazzurri come cooperativa del gol. 394 in 202 partite ufficiali, di cui 207 dal reparto offensivo propriamente detto, ma non devono pensarci soltanto i frombolieri d’area di rigore. Un esempio: il 3-2 al Verona dell’anno scorso, a Bergamo, coi tre centrali difensivi impegnati nella manovra e nella finalizzazione, con palla dentro di José Palomoni, sponda di piede di Rafael Toloi e zampata di Berat Djimsiti. O il recentissimo colpo di testa dell’1-1 col Midtjylland di Cristian Romero su cross di Hans Hateboer.
PUNTE O PALLE INATTIVE? Uno dei nodi dell’ingarbugliata questione delle punte troppo spesso a bocca asciutta e dalle polveri bagnate è il mancato sfruttamento, in questo scorcio di stagione 2020-2021, delle palle inattive. Situazione che non s’è mai vista, ma su azione il ruolo dei difensori in attacco eccome. In Champions, coi danesi, il 21 ottobre a Herning, a campi invertiti: traversone del brasiliano, sponda del Cuti e destro rompighiaccio di Duvan Zapata.
Traversone del brasiliano (nome e cognome prego), sponda del cuti (idem)…
Gli ignoranti come me non capiscono, bisognetebbe in qualche modo facilitare loro la vita. Grazie