Gasperini, contro il Verona, ha accantonato il suo integralismo tattico e dal cilindro ha estratto un’altra magia da tre punti
Dici Gian Piero Gasperini e pensi subito alla difesa a tre è che ormai un marchio di fabbrica tanto del tecnico di Grugliasco quanto dell’Atalanta. L’ultimo match di campionato, contro il Verona, per, ci ha mostrato un’altra caratteristica della Dea e del suo condottiero: la duttilità. Con una pesante emergenza sulle fasce da gestire (fuori i titolari Hans Hateboer e Robin Gosens oltre che l’adattato Bosko Sutalo), l’allenatore ha preferito mettere da parte il suo principale credo tattico in favore di un 4-2-3-1 che si è rivelato molto efficace.
Difesa a tre o a quattro? Per l’Atalanta non fa differenza
Come riportato da Tuttosport, per rivedere la difesa a quattro da inizio gara sono state necessarie 223 gare ufficiali. L’ultima volta fu l’11 settembre 2016 contro il Torino, all’inizio dell’avventura di Gasperini a Bergamo. Anche in quel caso arrivò una vittoria, per 2-1. Ovviamente, variazioni sulla difesa a tre sono già state messe in pratica, ma solitamente a partita in corsa, anche recentemente, quando questioni tattiche o magari un risultato da raddrizzare costringono a dei cambi in corsa. Contro l’Udinese, col probabile recupero di Gosens, si potrebbe tornare all’antico ma nel rush finale di un campionato tirato come questo, anche qualche alternativa in materia di modulo può fare la differenza.
SUPER MISTER??
Grande Gasp
Ma certo che una squadra come questa di Gasperini sa giocare anche in altri modi! A mio avviso se c’è da fare un appunto è che questo modulo, il Gasp, l’abbia scelto solo per mancanza di…personale (non certo di personalità..)?
Sono mesi che critico Gasperini per la sua ottusità.
Penso al mese di gennaio, con tutte quelle partite ravvicinate,
con un cambio di modulo e avvicendamenti di giocatori si potevano
avere,forse, risultati diversi.