
Resterebbe la questione relative alle accuse mosse all’ispettore di NADO Italia
Gian Piero Gasperini, come già si è appreso sin da ieri, aveva scelto di non scendere a alcun patteggiamento nell’ambito della vicenda che lo ha visto protagonista di una scaramuccia con un ispettore anti-doping lo scorso 7 febbraio dopo Atalanta-Torino. Tuttosport di oggi spiega più nello specifico quali sarebbero le motivazioni che avrebbero indotto il tecnico a optare per questa scelta, anche alla luce del fatto che se avesse accettato avrebbe potuto scontare la sospensione dalle attività sfruttando la concomitante pausa nazionali.
Il Documento Tecnico per “I Controlli e le Investigazioni”, ad esempio, si sottolinea come il personale incaricato dei controlli possa scendere a patti con atleti o allenatori per valutare la ragionevolezza di certe richieste, compreso lo spostamento temporale del test alla fine di una seduta. Inoltre, da quanto filtra, le accuse pronunciate di Gasperini non riguarderebbero- come filtrato ieri- l’intero sistema antidoping nel suo complesso, ma solo la persona presente quel giorno al “Bortolotti“. Una questione che resterà, ad ogni modo, non facile da smontare, soprattutto perchè la squalifica richiesta (20 giorni) è poco più di un decimo del massimo provvedimento applicabile in situazioni ascrivibili a questa tipologia. La palla andrà ora al Tribunale Nazionale, che si pronuncerà in merito il prossimo 10 maggio.
