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Auguri a Butti, maestro di Bonaventura e Consigli: due titoli Berretti

2006 e 2010: gli anni di gloria di Giuseppe Butti, ex centrocampista di talento di Como e Genoa, allenatore di due Berretti atalantine giunte al tricolore

Oggi, sabato primo maggio, spegne 58 candeline Giuseppe Butti, pupillo di Mino Favini, allenatore di vaglia per tredici lunghi anni alla guida delle minors dell’Atalanta. Nella primavera del 2013 l’addio, la stagione dopo i saluti a Eugenio Perico, dieci anni dopo aver allenato da subentrato di aprile quella con la P maiuscola al posto di Giancarlo Finardi, attuale coordinatore dell’attività agonistica del settore giovanile, temporaneamente promosso in prima squadra dopo la giubilazione di Giovanni Vavassori fino a perdere i playout con la Reggina. Successivamente, nel curriculum, i ruoli di tecnico del Lecco dal 28 luglio al 21 novembre 2013, di responsabile del settore giovanile dei blu-azzurri da maggio 2014, di direttore tecnico del vivaio del Brianza Cernusco Merate dal 2016, di formatore delle giovanili e associate della Sampdoria dal 2018 al 2020 e adesso della ColicoDerviese.

BUTTI, MAESTRO DI ALLIEVI E BERRETTI. Butti, lecchese di nascita, di Malgrate, allo scollinamento nel nuovo secolo aveva appena appeso gli scarpini al chiodo vincendo il campionato d’Eccellenza da giocatore nel Pavia. Subito nei quadri tecnici nerazzurri, grazie al mentore di parecchie generazioni di formatori e giocatori, il Mago di Meda (conosciuto a Como), negli Allievi Nazionali, allenando in tre categorie d’età. Ed era proprio alla guida degli attuali Under 17 allorché la società optò per sostituirlo con Sergio Porrini. Tra i giocatori passati dalle sue mani sapienti, Giacomo Bonaventura, Andrea Consigli e Marco Motta.

BUTTI, UN ALLENATORE DA BERRETTI. I suoi Juniores, così si chiamavano le squadre partecipanti al campionato nazionale Berretti, vinsero i primi due dei tre scudetti nella storia del club: il successivo, e finora ultimo nella fascia, appartiene allo Zio Beppe Bergomi nel 2013 con Barba, Bangal, Ungaro, coperto e contorno. L’ex centrocampista al fosforo e con propensioni offensive del Como, invece, nel 2006, con la classe di ferro 1988, vinse grazie ai vari Adobati, Cardin, Sales, Vitali e Gullit Okyere, materiale al massimo da serie B o C. Nel 2010, il secondo, insieme a ’92 dal futuro mediamente più brillante come Baselli, Cortesi, Gatto, Molina, Possenti, Suagher e il fratello d’arte Andrea Gagliardini, fermatosi comunque alle soglie del professionismo.

IL BUTTI GIOCATORE: CON BIANCHI E MONDO. C’era stata parecchia Dea, pure in proiezione, anche durante la carriera a pelo d’erba di Butti. Giocatore pro (169 partite e 15 reti tra A, B e Coppa Italia; nei soli campionati, 52 e 4 in C1 e 74 e 1 in c2) dal 1981, da lariano fece un tris d’annate in serie A. Allenato dapprima (1981) da Pippo Marchioro e Gianni Seghedoni, quindi da Tarcisio Burgnich, poi dall’atalantino e bergamasco onorario Ottavio Bianchi la seconda volta al piano di sopra (’84) e all’ultimo tuffo nel lago da Emiliano Mondonico (1986-1987). Una parabola proseguita con Genoa, Barletta, Palermo, Vicenza, Imola, Casale, Rieti, Pavia, La Chivasso, Casteggio e ancora Pavia. Tanti auguri.

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