La stella tra i pali, probabilmente lasciata in parcheggio a Cremona dopo mezza stagione soddisfacente, è il più giovane dei portieri atalantini a spegnere le candeline il primo luglio

Dei quattro portieri passati dall’Atalanta che spengono le candeline oggi, Marco Carnesecchi non soltanto è il più giovane coi suoi 21 anni, ma anche l’unico tuttora di proprietà, nonché sotto contratto fino al 30 giugno 2023. Oltre al riminese ceduto in prestito alla Cremonese in B nella sessione invernale del calciomercato 2020-2021, a festeggiare il primo luglio sono altri tre pari ruolo: Claudio Mantovani, coi suoi 78, è il più anziano; Marcello Grassi, 73, fece tre stagioni, dal 1968 al 1970 incrociando il primo e nel 1972-1973; Simone Colombi, infine, l’unico bergamasco del lotto e pure l’unico prodotto genuino del settore giovanile nerazzurro, coi suoi 30 è il solo insieme all’enfant prodige arrivato diciassettenne dal Cesena nella Primavera di Zingonia senza alcuna presenza in gare ufficiali con la prima squadra.

MANTOVANI, LA BOTTA E VIA. Presente solo in una delle due partite di Mitropa Cup nel dicembre 1968 contro la Stella Rossa, il mantovano Mantovani nelle gerarchie era di fatto il quarto di ruolo dietro Giorgio De Rossi, Zaccaria Cometti e lo stesso Grassi. Per lui una carriera da montagne russe: cresciuto nella Casteldariese, club del paese natale di Tazio Nuvolari, si fece Marzotto Valdagno, Casale, Milan, Saronno e Bari prima di approdare a Bergamo e quindi Perugia e Cesena per ritirarsi appena trentunenne.

ANNI GRASSI. Il carrarese Grassi, retrocesso nella primavera del 1969 da terzo nell’annata storta dei tre allenatori succedutisi senza successo uno dopo l’altro, Stefano Angeleri, Silvano Moro e Carletto Ceresoli, si fece 4 partite cadette oltre alle 5 in massima serie nella stagione precedente, con Mino Baracchi succeduto ad Attilio Vicentini a dimettersi a favore di Achille Bortolotti a causa dell’allontanamento dalla panchina di Corrado Viciani a favore di Renato Gei, anche se poi la salvezza arriverà grazie a Titta Rota. Nel 1972-1973, il ritorno, per fare da backup a Pietro Pianta: 14 partite in A, 6 in Coppa Italia. Totale nel triennio sparso, 28 match con 29 reti subìte. In carriera, conclusa trentottenne nella Ceparana, San Marco Avenza, Lucchese, Spezia, Cremonese, Ascoli con Eugenio Perico (tra gli altri), Perugia allenato da Ilario Castagner (ex vice della Dea) con Nello Malizia anche nell’anno del secondo posto privo di sconfitte dietro al Milan della Stella (1979), Bari, Pescara, Pistoiese, Rapallo Ruentes e Carrarese. Con Moro in panca, il Trofeo di Viareggio del 1969.

COLOMBI IN VOLO. Nato a Seriate ma originario di Zandobbio come i gemelli Zenoni, il bergamaschissimo Colombi arriva novenne dall’Oratorio del paesello senza che Gigi Delneri lo faccia esordire tra i grandi nel 2008-2009. Prestato a Pergocrema, Alessandria, Juve Stabia, Modena, Padova e Carpi, ventitreenne viene ceduto al Cagliari e di qui viene parcheggiato al Palermo per poi tornare sulla via Emilia, al Parma dal 2019. Nelle giovanili, un campionato nazionale Giovanissimi nel 2005 e un Torneo di Arco l’anno seguente.

IL PRIMO LUGLIO DI CARNESECCHI. L’azzurrino, che in Under 21 nell’autunno scorso si prese pure il Covid in bolla a Tirrenia (7 ottobre), in grigiorosso dallo scorso gennaio ha ritrovato il compagno di scudetto nell’Under 19 Nadir Zortea e altri atalantini come Luca Valzania e Fabio Ceravolo. Con Fabio Pecchia, la salvezza che sotto Pierpaolo Bisoli la dirigenza cremonese non aveva ritenuto raggiungibile. Ora, con l’acquisto di Juan Musso, la prospettiva di restare dov’è o di fargli da backup, visto che Pierluigi Gollini e Marco Sportiello risultano in uscita. La gavetta di Trapani forse non gli era bastata. Che primo luglio da portieri! Augurissimi.