
Il fuoriclasse sloveno va a sprazzi, ma la sua classe sgorga ancora purissima, come a Empoli e con lo United. Deve giocare lui o Malinovskyi?
Che Gian Piero Gasperini chieda da anni un vice di Josip Ilicic, espressione giornalistica fatta propria dall’interessato benché poco convinto, è un fatto. Non un clone, bensì un attaccante che abbia qualità e quantità nei piedi, possibilmente un’ala abile in uno contro uno, in grado di variare il gioco rendendolo imprevedibile. Una figura mai trovata sul mercato. E allora rieccoci all’originale, dato in partenza e forse forse anche un po’ per al capolinea allo start stagionale. Adesso parrebbe in ballottaggio perenne con Ruslan Malinovskyi per l’inserimento nell’undici di partenza di un’Atalanta zoppicante solo nella costanza dei risultati, troppo spesso in bilico o non rispondenti alla mole di gioco prodotta. Chi schierare dei due come spalla di Duvan Zapata?
ILICIC, ALTRO CHE CAPOLINEA. Alti e bassi come sempre per San Giuseppe lo sloveno nello scorcio autunnale della sua quinta annata bergamasca, beninteso. I suoi miracoli non hanno il dono della continuità. Quando si accende, però, il profugo di guerra bosniaco di sangue croato, 34 inverni il prossimo 29 gennaio, sono lampi accecanti negli occhi di chiunque
tenti di fermarne le invenzioni. Pronti, via: assist a Luis Muriel per la primizia a Torino all’esordio e al Toro di Cali per il matchball di Salerno, magie con Empoli (doppia) per scardinare lo score e Sampdoria per chiuderlo, penultimo passaggio per il 2-2 di Villarreal rifinito da Aleksey Miranchuk per Robin Gosens e, dulcis in fundo, il rimorchio da Duvan per il primo vantaggio coi Red Devils.
MALINOVSKYI, L’ALTER EGO DI ILICIC. In tutto fanno 4 delizie più un paio di servizi al bacio, pur non essendo di fatto un titolare: 5 su 11 dal kick off in campionato, 2 su 3 in coppa dove però ha anche la zavorra della panchina nell’unica vittoria nerazzurra contro lo Young Boys. E l’ucraino, uno dei tanti giocatori offensivi dell’Est a Zingonia? Più lineare e adattato da punta, gioca meglio spostato verso il piede forte, a sinistra, gode di più fiducia del mister dal 1′ (8 su 11 in A, 2 su 3 nel Group Stage F, cominciando il panchinaggio a Old Trafford) ripagandolo comunque meno in termini numerici: con Inter e Udinese le sue uniche due berte sono valse un punticino, anche se non certo per colpa sua; di assist, il mero crossetto per il sinistro del nazionale tedesco nell’unico successo in casa finora Champions a parte, il 2-1 al Sassuolo. Chi è meglio tra Ilicic e Malinovskyi dall’inizio, fatta salvo il costante ricorso del Gasp alle staffette in corso d’opera?
