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La Giovane Primavera di Brambilla: in mezzo qualcosa si muove

L’elevazione per il temporaneo 2-1 in Coppa Italia col Cagliari ha riproposto il ravennate per un centrocampo dalle tante alternative

Massimo Brambilla ha l’occhio clinico per il talento e prima o poi ne farà il moloch della manovra. 181 centimetri ufficiali per un’elevazione che un centrattacco di ruolo se la sogna. Ci aveva già messo la torre per Giorgio Scalvini, vicino di spogliatoio anche nel Club Italia, nella seconda vittoria in regular season col Milan. Eppure Samuel Giovane, reduce dall’aver preso l’ascensore per il primissimo acuto stagionale mercoledì mattina nell’ottavo di Coppa Italia a Zingonia per il temporaneo 2-1 al Cagliari poi sconfitto ai rigori (dove il nostro s’è fatto intercettare il suo, ma succede), di mestiere fa il centrocampista, non l’ariete. Dovendo oltretutto sgomitare per una concorrenza serratissima nelle tre zolle in mezzo: da mezzala qual è, nella Primavera dell’Atalanta, col fuoriquota Alassane Sidibe, ovvero colui che gli ha concesso il campo dal il finale nell’ultima occasione, col nuovo Mannah Chiwisa, con Federico Zuccon recentemente impostato però da mediano basso e infine con Simone Panada, altro play. Se poi si gioca coi due interni come all’esordio nel trofeo della coccarda, c’è da aspettare e sperare.

UNA PRIMAVERA GIOVANE. Ravennate di città nato a Lugo di Romagna il 28 marzo 2003, figlio dell’ex calciatore Francesco e di mamma Silvia Sirri, una sorella, Nicole, di professione medico chirurgo, il mancino Samuel è a Bergamo dall’estate del 2017, prelevato dal Cesena insieme al portierone Marco Carnesecchi che ha tre anni più di lui. Accompagnato dalle credenziali di quattordicenne da un milione di valore di mercato, tecnicamente ci sa fare soprattutto palla a terra, a due fasi più che uomo d’ordine, benché sappia impostare grazie a una nitida visione di gioco. Meglio se parte dal centrodestra, a piede invertito, alla Fabian Ruiz per intenderci. Ma che stacchi, anche senza bisogno di prendere lo slancio: ne prova, per difetto, almeno un paio a partita. La pennellata di Guillaume Renault al 9′ dell’extra time numero 2 contro i sardi era un’occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire: palla nell’angolino e solo l’amnesia della fase difensiva nerazzurrina ha potuto consentire a Desogus di trascinarla fino alla lotteria dal dischetto.

UN GIOVANE CENTROCAMPO. Il Giovane che reclama una maglia fissa in mezzo è il classico figlio di Zingonia venuto da fuori confine. Le quattro mura domestiche sono quelle della Casa del Giovane, il convitto vescovile sulla strada per la Clinica Gavazzeni e per Boccaleone o Seriate che storicamente ospita le giovani promesse costrette a vivere lontano dalla famiglia. Casa, scuola (commerciale), allenamenti, rientro dal Centro Sportivo Bortolotti (c’è sempre una corriera in partenza e in arrivo), studio e nanna, divagando nelle serate cogli amici o alla playstation. L’idolo di questo baby azzurrino, trafila completa, spesso sotto età, fino all’Italia Under 19 con l’onore di aver disputato il Mondiale Under 17 in Brasile due anni fa insieme ai compagni Panada e Matteo Ruggeri, è Saul Niguez del Chelsea, ex Atletico Madrid. In attesa di prendersi il centrocampo dell’ammiraglia del settore giovanile di Zingonia, comunque, 5 presenze su 8 da titolare in campionato e 4 su 5 in Youth League sono un ottimo viatico. Il massimo di 5 gol a livello Under 17

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