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Tanti giovani italiani acquistati negli anni, ma non tutti si sono imposti

bellanova

A non aiutare è, certamente, l’alto livello ormai raggiunto dalla dimensione Atalanta

In principio furono Conti, Cristante, Gagliardini e Spinazzola, tasselli fondamentale del primo mosaico gasperiniano che iniziò a entusiasmare l’Italia. Venduti per fare cassa e garantire una solidità che sostanzialmente perdura ancora fino ai giorni nostri, nella visione di molti si sperava potessero essere sostituiti da altri calciatori italiani di livello negli anni, magari da lanciare nel grande calcio per apporre nuova linfa a tutto il nostro sistema calcio.

LA DIMENSIONE DA BIG NON AIUTA  Un meccanismo che ha funzionato per un paio di calciatori, nello specifico Gollini e Matteo Pessina, diventati calciatori di prima importanza nel progetto nerazzurro. L’altissimo livello ormai raggiunto dall’Atalanta, però, non rende così facile l’inserimento di un calciatore di giovane età, soprattutto se viene da un contesto molto distante dalla dimensione di una big. Ne sono esempi, tanto per citare un paio di ragazzi, Raoul Bellanova e Luca Vido. Entrambi, proprio come Pessina, sottratti al Milan, sono senza dubbio buoni elementi, come peraltro stanno dimostrando nello sviluppo delle rispettive carriere lontano da Bergamo, soprattutto per quel che concerne l’esterno di Parabiago. Essere da Atalanta, però, in un contesto rafforzato anno dopo anno dall’inserimento di un paio di investimenti mirati, diventa non facile anche per calciatori di rango importante (vedi Rigoni, tanto per dirne uno). Figuriamoci per chi, come i due sopracitati, non aveva nemmeno conosciuto la Serie A, se non tramite un po’ di panchina da aggregato.

LOVATO E PEZZELLA, GLI ULTIMI INVESTIMENTI  La speranza è che lo stesso discorso non possa essere applicato, ad esempio, a Lovato e Pezzella, acquistati in estate e forse non ancora totalmente inseriti nel meccanismo. A far ben sperare, in tal senso, sono soprattutto le ultime evoluzioni dell’ex Udinese, tra Berna e Verona: non sarà mai un titolarissimo, ma ha dimostrato di poter essere utile nell’ambito di qualche rotazione, peraltro espediente spesso utilizzato da Gasperini per sgravare i propri uomini dall’eccessivo logorio fisico. Diverso è il discorso per il classe 2000 padovano, che pure non aveva demeritato quando era stato necessario il suo apporto. Le qualità del calciatore, però, sono note a tutti gli addetti ai lavori, e l’investimento sul suo conto è stato importante. Sorprende anche un po’, peraltro, come il suo scarso utilizzo non possa di certo essere associata a una differenza totale di metodo di allenamento rispetto al passato, visto che Lovato ha lavorato per un anno e mezzo con il tecnico più simile all’uomo di Grugliasco che c’è in Italia, ovvero Ivan Juric. I più severi, anche ingenerosamente, hanno già parlato di calciatore che non rispecchia il livello dell’Atalanta attuale. La speranza di vederlo come un calciatore importante per il futuro della Dea, ad ogni modo, resta assolutamente intatta…

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