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Valdinoci, il patentino di Prandelli. Forgacs, il Primavera. Compleanno per due

Il fiorentino cresciuto nel Milan aveva il patentino di cui Cesare era sprovvisto. L’ungherese Forgacs sfiorò soltanto la prima squadra

Uno ballò più di mezza stagione portando in dote il patentino da allenatore che Cesare Prandelli ancora non aveva. E fu serie B, sancendo ancor prima di cadere a piombo la fine dell’era Percassi I. Merito, anzi colpa, della tremenda striscia a digiuno di vittorie, 16, di cui 10 perse, fra i 2-1 all’Inter a San Siro del 2 gennaio ’94 e a Bergamo il primo maggio. L’altro, biennio in Primavera 2013-2015 da 42 presenze e 1 gol precedendo di un anno l’altro prodotto del Tisza Volan, il centralone Akos Kecskes, fu beneficato di una panchina nel quarto turno di Coppa Italia il 3 dicembre 2014 nel 2-0 casalingo all’Avellino. Oggi, giovedì 29 settembre, si celebra il compleanno di due figure che l’Atalanta l’hanno praticata da posizioni differenti e per tempi non coincidenti: Andrea Valdinoci, tecnico di vaglia che spegne 77 candeline, e la meteora ungherese David Forgacs, un Gosens ante litteram che giocava a quattro ma molto meno fisico.

VALDINOCI, IL PATENTINO DI PRANDELLI. Nella strana coppia con l’orceano fresco scudettato con la Primavera di Morfeo, Tacchinardi e Poloni, stagione 1993-1994, da subentrati al troppo futuristico Francesco Guidolin, il mister nativo di Firenze prese per mano la squadra di Montero, Sauzée e Ganz verso la retrocessione all’undicesima giornata aggiungendo solo 15 punti in 24 partite ai 6 nelle prime dieci del nuovo guru della zona defenestrato. La curiosità? L’aver provocato, il 23 febbraio 1994 per dar inizio all’era Ruggeri, le dimissioni dalla presidenza dopo un quadriennio incompleto di Antonio da Clusone, suo compagno di squadra nel 1970-1971 da promozione in A con Giulio Corsini a dirigere la truppa. Percassone si fece solo l’esordio nel 2-2 di Bari il 21 febbraio del ’71, nemmeno maggiorenne. Al terzino (destro) marcatore Valdinoci, invece, toccarono 7 match, di cui 4 da titolare, la metà da mediano, assaggiando la coda felice degli spareggi promozione di Bologna contro Bari e Catanzaro. Da giocatore, piovuto sotto le Mura dopo Legnano, Salernitana e Treviso, avrebbe proseguito con Pro Vercelli, Sorrento, Alessandria, Casertana e Melzo. In panca, giovanili del Milan (’77-’79 nei Giovanissimi, ’87-’91 in Primavera), Fanfulla, Monza (vivaio), Legnano, Ancona, Massese, Como e Maceratese.

FORGAS, UNA METEORA PER COLANTUONO. Stefano Colantuono, a Forgacs, una chance vera e propria non la diede più. Il 4 giugno 2014 la vetta della militanza atalantina nell’Under 19 nel quarto secco riminese dei playoff col Torino (sconfitta per 3-2), mentre l’unico acuto personale risale al tris casalingo al Brescia il 12 aprile 2015. Sotto Valter Bonacina il ragazzo tutto sinistro di Seghedino incrociò, tra gli altri, la generazione dei Conti, dei Caldara, dei Gagliardini e dei Grassi, molti dei quali elementi propulsori della Nuova Dea al sapore d’Europa di Gian Piero Gasperini. Nerazzurro dal 2011, la cessione all’Ancora ventunenne dopo la stagione in prestito al Pisa ne staccò il cordone ombelicale con Zingonia. Poi, il ritorno in patria: Diósgyőr, Nyíregyháza e Győri ETO. Tanti auguri.

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1 anno fa

Mio papà storico massaggiatore del settore giovanile 53 anni di servizio ancora attivo mi ha detto fu allenatore nel 93/94 💙🖤

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1 anno fa

Era una duplice panchina se non sbaglio valdinoci Prandelli 93 94

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