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Cerchio chiuso per Vorlicky: la gioia dell’esordio dopo tante peripezie

Gran talento da ragazzino, è comunque arrivato ad esordire in Serie A nonostante un percorso particolarmente tortuoso

Una manciata di anni fa, nel corso dei suoi primi mesi in Italia, aveva messo tutti d’accordo dalle parti di Zingonia. Lukas Vorlicky era visto, al pari di Dejan Kulusevski e Amad Diallo, come il talento offensivo di maggior prospettiva del settore giovanile nerazzurro, anche più di Cortinovis e Piccoli, protagonisti sin da bambini dell’ottima annata dei classe 2001 atalantini. Forte di una visione di gioco di altissimo rango e di una struttura fisica sì sviluppata in altezza ma ancora tutta da riempire, generava quasi automaticamente il paragone con lo stesso Kulusevski, che aveva di fatto seguito, con un paio d’anni di anticipo, le sue stesse tappe: visionato con attenzione dagli scout internazionali del vivaio nerazzurro e portato a Bergamo appena era consentito dalle normative Uefa, una volta compiuti i 16 anni.

Tutto fila liscio fino al crack al ginocchio (rottura del legamento crociato anteriore destro) che a maggio 2019 aveva preceduto di poco le finali Under 17. Il rientro è fissato per la primavera 2020. Peccato per lui che tutto ciò coincida con una beffarda coincidenza: l’Italia, Bergamo in particolare, è a terra per via del Covid-19, che porta via anche don Fausto Resmini. Definito come “il prete degli ultimi”, tra i compiti che svolgeva con il Patronato San Vincenzo c’era quello di seguire da vicino le vicende personali dei ragazzi di proprietà dell’Atalanta che alloggiavano nel convitto della Casa del Giovane di via Gavazzeni. Nei difficili mesi dell’infortunio Lukas si era presto appoggiato al suo supporto morale, anche solo tramite il conforto di qualche colloquio.

Il coronavirus, tra le altre cose, obbliga la serrata anticipata dei campionati under stessi. Si può consolare parzialmente con la gioia di aver fatto parte, seppur solo nello spogliatoio, del gruppo in dote a Massimo Brambilla che stava, fino al momento dello stop, dominando il Primavera 1. Il momento della rivincita sembra arrivare nell’ottobre successivo, quando la stessa categoria Under 19 cerca di riprendere l’attività nonostante tutte le difficoltà che la pandemia causa. In tutto trova una decina di presenze, tra alti e bassi, con qualche gol segnato e, soprattutto, la firma da vero protagonista nella Supercoppa di categoria vinta al Gewiss Stadium. A aprile, poi, un nuovo stop, stavolta per via di una fastidiosissima tendinite rotulea, che lo rende indisponibile per la parte finale di 2020/21 e, soprattutto, per tutta la stagione successiva.

LA RISALITA – I più pessimisti parlano di carriera finita e speranze che hanno ormai lasciato spazio più a rimpianti che ad altro. L’Atalanta, però, punta su di lui e gli disegna un percorso ad hoc una volta completato il pieno recupero: allenamenti con Gasperini in settimana, partite con la Primavera nell’ordinaria amministrazione. Le risposte del campo, con il tempo, diventano sempre più buone, anche perché un ragazzo del suo talento è a tratti fuori categoria quando affronta ragazzi con due o tre anni in meno. Lo ha dimostrato anche oggi, al Tre Fontane di Roma, trafiggendo quella che tutti gli addetti ai lavori ad inizio anno definivano senza troppi giri di parole la favorita per la vittoria dello Scudetto a fine anno. Poche ore prima, nel mentre, era arrivata la chiusura del cerchio: l’esordio in Serie A, atteso sin da quando era un ragazzino di gran talento che militava tra le fila del piccolo Zbrojovka Brno, club di livello abbastanza secondario anche in Repubblica Ceca.

Un motivo in più per gioire. Come spesso accade, d’altra parte, la salita sa essere spesso faticosa, ma quando si arriva in cima il panorama è fantastico. La carriera di Kulusevski probabilmente non l’avrà mai, ma intanto nel post di Instagram di ieri del giovane fantasista boemo è arrivato, puntuale, il commento di complimenti dell’ex Juventus, con cui aveva condiviso le stanze del pensionato

 

 

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