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10 agosto: candeline per Cico Festa e Lunetta

Il clarense era un motorino degli anni eroici, l’attaccante ha dovuto emigrare per valorizzarsi

Un mediano-centrocampista scaltro negli inserimenti, comunque un bel motorino solido e anche abbastanza qualitativo, e un’ala fisicata non troppo in confidenza col gol almeno a livello pro. Il 10 agosto spengono le candeline ben due atalantini, Battista Festa detto Cico, eroe a cavallo di due decadi dagli spareggi del Settantasette fino alla retrocessione in C dell’Ottantuno, e Gabriel Lunetta, che ha trovato una sua dimensione a Bolzano dopo la cessione a titolo definitivo dapprima al Rijeka nella scorsa estate.

FESTA, EL CICO BRESCIANO. L’amatissimo Festa, neo settantanovenne originario di Chiari ma calcisticamente cresciuto a Crema nei Cannibali della Pergolettese, era un autentico manovale del calcio, nel senso che è stato il pallone a strapparlo a una carriera da muratore. Proveniente dal Cesena, sotto Titta Rota partecipò subito al piano risalita fino a indossare spesso la numero 10. 152 presenze e 6 reti fino al 1981, anche agli ordini di Bruno Bolchi e Giulio Corsini che all’inaugurazione della presidenza del trentenne Cesare Bortolotti non evitarono la caduta agl’inferi.

FESTA IL 10 AGOSTO. Cannibale da quattordicenne, a Modena dal 1969 al 1971, Cico ha indossato soltanto quattro maglie in vita sua. L’Europa l’ha assaggiata pure lui, 6 partite nella Coppa d’Estate 1978, una particolare edizione dell’Intertoto a fine campionati contro Metz, Liegi, Bochum dall’11 al 31 maggio. In A, i gol a Pescara (9 aprile 1978, apertura dopo 5 minuti al volo su una seconda palla da angolo di Bertuzzo), Torino (ko per 3-2 fuori casa, il 2-2 dal dischetto dopo aver infilato la propria porta), Inter col gol del 2-2 a 16′ dal gong il 26 novembre del ’78 e quello decisivo all’Hellas di corto muso a Bergamo il 18 marzo ’79. In B, bucate Monza (ibidem, 3 ottobre ’76) e Sambenedettese a 2 anni dal ritiro, il 14 ottobre 1979. Una parabola da 450 partite, di cui 132 nella Romagna passata dal sogno della Coppa Uefa alla retrocessione sotto Radice, Bersellini e Marchioro.

COMPLEANNO IN LUNETTA. 27 estati, infine, quelle appena spente da Gabriel, babbo salentino e mamma francese, 59 match bucando la porta nemica 21 volte nel biennio in Primavera, oggetto poi dei soliti parcheggi a raffica che con la neonata Under 23 dovrebbero avere quantomeno un freno. Dal 2016 Gubbio, Renate, Giana/Sudtirol, biennio alla Reggiana con promozione in B, Alessandria e quindi cessione definitiva al Rijeka, prima di tornare sui suoi passi: dal gennaio 2023 è ancora in Alto Adige, riscattato or ora, visto l’obbligo scattato con la permanenza nella cadetterìa. Fin qui, tra i grandi, un carrierino da 167 allacciate di scarpe condite da 17 gioie personali. Si può fare di più, senza essere eroi. Tanti auguri.

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