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Cristante, Monachello e Palese: candeline per tre

Il 3 marzo tagliano la torta ben tre ex nerazzurri: due meteore e un campione in sboccio a Bergamo

In due hanno ballato una sola stagione per 11 allacciate di scarpe a cranio in maglia Atalanta, l’altro una e mezza quadruplicando il suo valore di mercato. Compleanno per tre ex, oggi, domenica 3 marzo: Marino Palese dice 66 all’anagrafe, Gaetano Monachello 30 da killer abbastanza recente dell’Under 23 nerazzurra il 24 novembre scorso a Caravaggio in maglia Mantova e il jolly romanista Bryan Cristante 29, forte dei 15 gol da trequartista in 59 presenza gasperiniane da gennaio 2017 a primavera 2018.

L’abito non fa il Monachello

Nato ad Agrigento ma di Palma di Montechiaro, il mancino Monachello nell’annata piena di Edoardo Reja allenatore era stritolato dalla concorrenza dei big German Denis, poi via a gennaio, Mauricio Pinilla e Marco Borriello. Risultato, una sola gioia personale, un tap-in il 2 dicembre 2015 nel quarto turno di Coppa Italia alla Dacia Arena di Udine, all’inizio della ripresa, per rispondere al vantaggio del doppiettista Totò Di Natale ma quasi subito rintuzzato dal nuovo vantaggio di Perica. Cresciuto nell’Inter, da Primavera nel Parma prima di girare l’Europa tra Metalurh Donetsk, Olympiakos Nicosia, Monaco (da cui l’avrebbe acquistato la dirigenza di Zingonia), Cercle Brugge ed Ergotelis rimpatriando nella Virtus Lanciano, Monachello, esaurito il giro di prestiti atalantini tra Bari, Ternana, Palermo, Ascoli, Pescara, Pordenone e Venezia, dal 2020 a oggi, a cordone ombelicale staccato, non è esploso nemmeno nel biennio modenese riprendendo buonissime medie gol (59 in 268 match da pro) recentemente nel Mantova.

Una Palese meteora

Il friulano Palese da Cavazzo Carnico (Udine), arrivato diciasettenne insieme a Pierino Fanna, cresciuto nelle Zebrette e tornatoci in tempo per Coppa Italia di C e promozione in B a fianco del regista Gigi Delneri nel ’78, giocava largo a sinistra con Lello Vernacchia a destra, mentre il centravanti era Corrado Marmo o Hubert Pircher e Augusto Scala la mezzapunta di fantasia, nella casacca che fa da sempre sognare la Bergamo del pallone segnò e sognò tre volte in croce. Al Bologna in Coppa Italia nel 2-1 interno del 21 settembre ’75, al Catanzaro da titolare il 28 settembre, allenatore Giancarlo Cadè poi sostituito in una mediocre annata cadetta dal vice Gianfranco Leoncini, il matchball a 4′ dalla pausa; contro la Ternana, il 12 ottobre successivo, subentrato al sudtirolese-rompighiaccio fattosi la bua proprio sul gol (14′), il raddoppio a un 13 esatto dal termine. Cesena, Biellese, Mantova, Catanzaro, Como, Lecce, un triennio nella grande Virescit che vide la B da vicino (1986-1989) sotto Luciano Magistrelli, la Torres e infine il Corbetta chiudendo in Interregionale a 33 anni il resto. Tanti auguri.

Cristante, un jolly da Gasperini a De Rossi

Ha invece legato il proprio destino alla Roma il secondo friulano su tre a spegnere le candeline oggi, Cristante, papà canadese ma dello stesso sangue, nato a San Vito Tagliamento (Pordenone) ma di Casarsa della Delizia come la mamma di Pier Paolo Pasolini e il fantasista beat Ezio Vendrame. Rivitalizzato a 5 milioni pagati al Benfica, alla Lupa andò per una ventina più bonus, prestito con obbligo. Precoce esordiente nel Milan dopo esserci arrivato quattordicenne dalla Liventina Gorghese, a Bergamo il riabbraccio con il compagno di giovanili Andrea Petagna e il trampolino di lancio di una carriera che da prestito rossonero a Palermo e Pescara non stava certo decollando. Alla fine, invece, pure Campione d’Europa in azzurro, 2 gol in 38 presenze, a Wembley 2021. Bacheca, fin qui, non proprio vuota: Viareggio, Coppa di Lega e titolo portoghese e infine la Conference League di José Mourinho.

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1 mese fa

Ho paura che Scamacca sia un altro Comandini, Paloschi, Monachello, Vido,Tuminello, non siamo fortunati con i centravanti italiani.

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