Tra 2014 e 2016, un paio di 2-0 dell’Atalanta per la sesta vittoria di fila. Dal record alla strada spianata per la storica qualificazione
Che cosa accomuna due date apparentemente fredde e anonime come il 29 marzo 2014 e il 27 novembre 2016? Per tifosi e addetti ai lavori, costretti a rimanere incollati al mondo Atalanta da passione e debito di professione, la risposta è scontata. Entrambe coincidono con una vittoria all’inglese a Bologna e con la fama recente delle sei vittorie consecutive. La seconda, ma allora non si sapeva, avrebbe spianato la strada dell’agognato ritorno in Europa a più di un quarto di secolo dai quarti di finale Uefa con l’Inter a fine inverno 1991.
Stefano Colantuono, Giuseppe De Luca e Marcelo Estigarribia da una parte. Gian Piero Gasperini, Andrea Masiello e Jasmin Kurtic dall’altra. Questi ultimi con destro e inserimento in gioco aereo sulle pennellate d’autore del Papu Gomez, i primi due -di mancino – con puntura da Zanzara diurna assetata di gol e prodezza balistica. In poche parole, artefici ed esecutori-eroi dell’epopea mancata – la Cola-band sbandò nel finale di stagione – e di quella riuscita. Nel 2014, un filotto dal 2 marzo in avanti: 2-1 al Chievo, poi – in rigida alternanza Bergamo-trasferta – successi corsari con Lazio (1-0) e Inter (2-1) e interni con Sampdoria (3-0) e Livorno (2-0). Nel primo giro di corsa del Gasp, invece, dal 23 ottobre in poi: 2-1 sulla Beneamata, 1-0 a Pescara, tris al Genoa e a Reggio Emilia contro il Sassuolo, 2-1 alla Roma.
Il “Dall’Ara” come crocevia dei record e dei sogni, dunque. E domenica, con due turni di campionato ancora da recuperare, giusto per appesantire di infrasettimanali e di thrilling una rincorsa a perdifiato, per lo start della mega volata in quota Europa League riecco la Dotta. La città dove trovare un barista laureato in filosofia è normale e dove il gioco del pallone è rimasto legato al ricordo dello squadrone che tremare il mondo fa – Sansone, Fedullo, Schiavio – o all’ultimo scudetto del ’64, quello di Fogli, Bulgarelli, Haller e Nielsen. Fra quattro giorni, sulla strada dei nerazzurri, per la seconda vola di fila (nel 2014 lo stratega nemico era Davide Ballardini) c’è il bergamasco Roberto Donadoni. Soltanto un caso o un dettaglio?
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