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Picella e Bracaloni, candeline per meteore

74 anni per l’aquilano, che ballò una sola stagione sotto Corsini, e 49 per il carrarese, lanciato da Mondonico ma poi lasciato andare

Alzi la mano chi considera Giuseppe Picella e Riccardo Bracaloni, con 74 e 49 candeline i festeggiati nerazzurri di oggi, poco più che meteore nella storia dell’Atalanta. Gente che sbuca rispettivamente dall’inizio degli anni settanta e dalla fine degli ottanta. Uno conobbe la cocente retrocessione all’ultima giornata (autogol di Vianello col Vicenza) nel 1972-1973 con Giulio Corsini allenatore. L’altro, l’illusione di una grande carriera durata un battito di ciglia con Emiliano Mondonico a proiettarlo in prima squadra dalle giovanili.

AQUILA E ATALANTA. L’abruzzese del capoluogo Picella, di base un mediano che fece da riserva sia a Ottavo Bianchi che a un esterno mancino come Giovanni Pirola, assommò in quell’unica stagione bergamasca, proveniente dalla Reggiana, 14 presenze di cui 5 in Coppa Italia. Da tardo esordiente: il 24 settembre del ’72, a Cagliari, fu il battesimo del fuoco nella massima serie a 27 anni suonati. L’Aquila, Venezia, Mestrina e appunto i granata le tappe pre Dea, Perugia e Pistoia (ritiro a quota 32) quelle dopo. A Reggio, Bruno Giorgi e Alberto Rizzati, futuri allenatore e giocatore atalantini, come compagni; in Umbria, per il primo storico approdo in A, Piero Frosio, Nello Malizia, Giancarlo Savoia e Sergio Pellizzaro, con l’ex tecnico delle giovanili bergamasche Ilario Castagner a dirigere. 6, 11, 7 e 10 le maglie indossate qui da noi, con la chicca dell’assist ad Alberto Carelli nel 9-3 subìto dal Milan il 15 ottobre ’72.

ALPI APUANE. Bracaloni, ultime esperienze sulla tolda di comando al San Marco Avenza e all’Aglianese, uno che il 10 ce l’aveva nel sottopelle prima ancora che sulla schiena, è più noto in realtà per aver dato il via all’epopea del Chievo, con la promozione dalla C1 nel 1994: Alberto Malesani in panchina e Rolando Maran in difesa. Nella Città dei Mille, solo 9 presenze in due stagioni, 1987-1988 (in B) e 1991-1992 (7, l’annata più congrua). L’esordio del primo maggio ’88, sotto la Maresana con l’Udinese dell’ex Nedo Sonetti, dal 77′ al posto di Costanzio Barcella, col senno di poi è stato il classico fuoco di paglia. Il 29 l’altro cambio, per Gian Mario Consonni, quindi la toccata e fuga nel massimo campionato quando ad allenare era Giorgi: lanciato nel 3-2 di Foggia (88′, per il doppiettista Carletto Perrone). Altri sei part time e si ricomincia ai piani bassi: Chievo, Monza, Spezia, Fiorenzuola, Novara, Alessandria, Savona, Voghera, Villafranca e Pistoiesecalcio in Seconda Categoria, con le scarpe appese al chiodo a 42. All’attivo il Trofeo Dossena vinto nel 1987 contro il Real Madrid (segnando al Como in semifinale) con Giuseppe Cadè allenatore e, in rosa, Brivio (Pierluigi, il portiere), Compagno, Consonni e Del Prato. Auguri.

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