Swansea-Atalanta, sconfitta in rimonta: quali conclusioni trarne. Da Gomez e Ilicic a Castagne, da Barrow a Muriel e Malinovskyi
Finisce 2-1 per lo Swansea la sfida del Liberty Stadium, prima di tre amichevoli in Gran Bretagna per l’Atalanta. La squadra di Gasperini ha chiuso un ottimo primo tempo in vantaggio, con in campo i titolatissimi. Poi, nel secondo tempo, è iniziata la girandola dei cambi e le cose sono cambiate. Cerchiamo di approfondire.
TITOLARI: CI SIAMO. GOMEZ E CASTAGNE SU TUTTI
L’Atalanta versione titolare è piaciuta, parecchio. Formazione con Gollini tra i pali, difesa con Toloi, Palomino e Masiello. A centrocampo Freuler e de Roon in mezzo, con Castagne a destra e Reca a sinistra. In avanti Gomez, Ilicic e Barrow. Un aspetto che colpisce fin da subito è l’ottima condizione atletica della squadra di Gasperini, superiore a quella dello Swansea, che tra una settimana inizia il campionato. Dietro si gioca con solidità e buona costruzione di gioco, davanti l’intesa è quella di sempre, soprattutto tra Gomez e Ilicic: dello sloveno il gol dello 0-1 al quinto minuto di gioco. Bene anche Castagne, si è giocato praticamente solo sulla sua fascia e non ha subito il continuo avanti e indietro. Meno bene Musa Barrow, partito dal primo minuto: troppi errori, qualche palla persa di troppo. Alla società l’obbligo di fare una riflessione su chi sarà il quinto attaccante nella prossima stagione, forse il gambiano avrebbe bisogno di una stagione in prestito in Serie A, per dimostrare con ampio spazio il suo reale valore.
DALLA PANCHINA: MANCA ANCORA IL FEALING, MA ARRIVERÀ
Come detto, nel secondo tempo è iniziata la girandola dei cambi, per una formazione che al fischio finale sarà così: Sportiello in porta, Djimsiti, Ibañez e Okoli in difesa, Hateboer, Pasalic, Pessina, Gosens a centrocampo, Malinovskyi nel ruolo di Gomez, Colley e Muriel davanti. L’ucraino si è trovato subito a suo agio e le sue giocate nell’amichevole di oggi fanno curriculum: un giocatore intelligente e con ottimi piedi. Sicuro Ibañez in difesa. Nella ripresa arrivano l’autogol di Hateboer e il gol del definitivo 2-1 con Roberts. Ci sta, considerando che in campo mancavano sempre più titolari. Soprattutto perché, con così tanti nuovi innesti (tra mercato e giovani della primavera) il feeling non può essere lo stesso dei titolari.
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