A parte gli exploit del 2002 Traore, in gol all’esordio in prima squadra, la formazione affidata a Massimo Brambilla continua a coltivare talenti: il ricambio generazionale funziona
Scudetto con Dejan Kulusevski, che ora fa le fortune del Parma a cui è stato ceduto in prestito per non farlo stritolare dalle gerarchie della prima squadra, e Supercoppa Italiana con il doppio assistman Amad Traore, l’asse del futuro che in prima squadra contro l’Udinese ci ha esordito segnando il settebello. La Primavera del ricambio generazionale, dai 2000 rimasti comunque in numero di 6, ai 2002 rappresentati dalla vedette ivoriana, continua nella scia storica dell’Atalanta nella coltivazione dei talenti come dei trofei.
IL MOTORE DEI 2000. La linea di continuità è garantita, sottolinea L’Eco di Bergamo nell’analisi odierna sull’evoluzione dell’organico in mano a Massimo Brambilla, proprio dai fuoriquota rimasti a fare da chiocce a un gruppo prevalentemente di 2001. Su tutti Ebrima Colley, che con la sua doppietta contro il Torino aveva sparigliato le carte nella semifinale delle Final Six emiliane a Parma nel mese di giugno, dopo i gol dei pari età Nicolò Cambiaghi e del nazionale svedese rimontati dai granata, per poi decidere la finalissima contro l’Inter. Tutti quelli a segno allora sono rimasti.
TRAORE, ASSIST IN CANNA. Curiosità: anche col Toro i due assist decisivi portarono la firma di Traore, lunedì sera impegnato a mandare in gol Roberto Piccoli e Manu Gyabuaa, i 2001 d’oro. Tra questi la sorpresa-novità è Davide Ghislandi, ex ala a livello Under 17 e ora diviso fra fascia bassa a destra e mezzala sinistra (Manchester). L’osiense sostituisce Nadir Zortea, della pattuglia dei fuoriquota della scorsa stagione baciata dal titolo nazionale di categoria: il trentino è in prestito alla Cremonese, l’ex capitano Enrico Delprato al Livorno.