La frase più importante della nota è racchiusa qui: “Nati per unire. Senza l’unione il nostro essere cade. Per questo la decisione è chiusura“. La Curva Nord, in quello che viene definito come il proprio ultimo comunicato, spiega i motivi alla base del proprio scioglimento, argomento sulla bocca di molti tifosi nei giorni scorsi a Bergamo
“Repressione, una malattia… la polizia – si legge nel comunicato della Curva -. Una repressione che nella nostra città è diventata ormai un’azione volta ad eliminare quel mondo ultras diventato scomodo. Quella repressione che ha colpito ragazzi con l’infamante accusa di associazione per delinquere. Tredici anni di processi, sentenze, ricorsi e gogne mediatiche al solo scopo di distruggere la nostra realtà. Ragazzi di tutte le generazioni che hanno pagato, e che stanno ancora pagando, in termini di diffide e carcere, colpiti il più delle volte da provvedimenti generati con falsità. Una decisione difficile e non indolore, presa da pochi per responsabilità di tutti: i giovani cresciuti in tempi in cui essere ultras non è per niente facile, e soprattutto le vecchie generazioni, colpevolmente mancate in quel ruolo di garante, mancanza che ha condizionato moltissimo il percorso poi intrapreso. Abbiamo un grande rammarico, che è anche la nostra più grande sconfitta, quello di non essere più riusciti a riportare Claudio (il Bocia) con noi in Curva“.
Nessuna porta chiusa a nuovi futuri eventuali sviluppi, ad ogni modo: “Si chiude un’esperienza e lo si fa per crescere, non per morire. È ora che coloro che hanno sempre camminato nell’ombra, protetti da mamma Curva, crescano ed imparino a camminare da soli. Convinti di chiudere una storia che possa farne nascere un’altra, ancora più importante, ancora più bella“.
Atalantini conigli