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Auguri a papà Pierre Regonesi. Aspettando Iacopo…

43 inverni per Pierre Regonesi, ultima stazione Badalasco: il rimpianto di essere stato atalantino per poco e l’orgoglio per il figlio Iacopo

Chissà quanto sarà stato orgoglioso papà Pierre, Giorgio di secondo nome, spesso scritto attaccato al primo, di vedere all’opera in Youth League, la Champions delle giovanili, il figlio Iacopo. Mancino come lui, stesso ruolo, anche se più da laterale-pendolino puro. 9 presenze totali nella Primavera dell’Atalanta per l’erede, maggiorenne solo dal prossimo 28 marzo, mentre lui, il genitore, si fermò a 28 in prima squadra dopo aver vinto il Trofeo Dossena nel ’97 con la Banda Prandelli e lo scudetto Under 19 l’anno dopo con la Banda Vavassori. Oggi, martedì 22 febbraio, lo specialista dei calci piazzati di Verdellino spegne 43 candeline: ultima stazione spezzata dalla pandemia il Badalasco, per uno delle generazione dei gemelli Zenoni, di Luciano Zauri, di Cesare Natali, di Fausto Rossini e di Pippo Carobbio, sinistro e di classe come lui.

REGONESI, DALL’ATALANTA A (QUASI) ALLA JUVENTUS. Troppo talento, in quel metro e 86 di terzino d’ala, per non aver sfiorato la Juventus, che ne deteneva la metà del cartellino. Nel palmarès atalantino, soltanto due comparsate in serie A: l’esordio, dall’82’ al posto di Paolo Foglio il primo giugno ’97, nel 3-0 a Reggio Emilia in cui il doppiettista (dal dischetto) Pippo Inzaghi scrisse 24 diventando capocannoniere; contro i bianconeri al “Delle Alpi”, il 25 gennaio 1998, una ko per 3-1 con lui in campo dal 77′ per lo sloveno Robert Englaro.

REGONESI, IL GIOIELLO DEL VAVA. Proiettato a grandi livelli da Emiliano Mondonico, incrociato poi all’AlbinoLeffe nella seconda metà del 2005-2006 salvandosi dalla C1 negli spareggi con l’Avellino (a segno sia all’andata che, su rigore, al ritorno) e nel 2010-2011, Regonesi ha come mentore Giovanni Vavassori. L’ex stopper di Arcene gli concesse 9 presenze tra B e Coppa Italia, dopo le 17 di Bortolo Mutti nell’annata precedente.

REGONESI ASPETTA IACOPO. Nella Celeste, ecco Elio Gustinetti, il salto fino al secondo campionato nazionale, con l’abbandono del “Martinelli” di Leffe per l’”Atleti Azzurri d’Italia”. Quindi il quadriennio riminese col ritorno in riva al Serio, con trasloco del campo d’allenamento dal “Rino Gritti” di Verdello al Centro Sportivo di proprietà a Zanica, per un record di 291 presenze e 23 palloni nel sacco. Falliti ai rigori i playoff di C1 (anzi, Prima Divisione) nel 2014 sempre sotto le insegne del Gus, Regonesi opta per divertirsi vicino a casa: MapelloBonate in D, poker al Casazza in Promozione, l’Asperiam e l’ultima toccata e fuga nella frazione di Fara Gera d’Adda. Tanti auguri a uno che avrebbe meritato ben altre ribalte: 473 match e 29 reti da pro, conditi da 31 e 3 dall’under 15 all’under 20, non sono noccioline. Adesso continuare il sogno di famiglia tocca a Iacopo.

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