Con due promozioni in tre anni Benevelli riportò l’Atalanta in Serie A, mentre il Pazzo fu una classica plusvalenza anni duemila: candeline per due
132 partite dal 1981 dell’inferno della C fino alle liste suppletive ’84 con Ottorino Piotti in arrivo del Milan e lui in partenza per Padova, mentre Nello Malizia compiva il percorso inverso, non si dimenticano. E difatti Mirco Benevelli, portiere reggiano che oggi, martedì 2 agosto, festeggia 67 anni, va giustamente celebrato tra gli eroi della risalita fino alla massima serie dopo il punto più basso toccato dall’Atalanta nella sua storia. Ma allo stesso tempo candeline spente, precisamente 38, anche dalla plusvalenza anni duemila Giampaolo Pazzini, 56 gettoni e 15 palloni nel sacco dall’esordio pro il 17 agosto 2003 a Venezia in Coppa Italia (Andrea Mandorlini) e Roma-Atalanta il 9 gennaio 2005 prima di andare alla Fiorentina da Cesare Prandelli.
BENEVELLI E PAZZINI, CANDELINE PER DUE. L’attaccante di Monsummano Terme, nativo di Pescia e pescato dal settore giovanile nella società satellite del Margine Coperta, si sarebbe poi smazzato un bel carrierino tra Sampdoria, Inter, Milan, Levante ed Hellas Verona appendendo le scarpe al chiodo a quota 36 con 191 gol segnati più altri 19 nelle varie rappresentative azzurre. Più provinciale, invece, la parabola di Benevelli, tra Parma, Foggia con doppia retrocessione, appunto Bergamo sotto Ottavio Bianchi e Nedo Sonetti, quindi l’Euganeo, Mantova, il Suzzara e la Bagnolese ritirandosi quarantunenne prima di avviare una carriera nello staff tecnico virgiliano con una parentesi nella Sambonifacese. Il Pazzo, al contrario, fa il commentatore tecnico. Da attaccante scaltro e bravino qual era. Tanti auguri.