Le statistiche del posticipo del lunedì a Monza confermano che l’ultima conquista dell’Atalanta è il cinismo da vera big: anche il possesso ceduto agli avversari
Il doppio dei tiri in porta, 6 a 3, al netto di un tentativo nella ripresa di Ederson tra un gol e l’altro che francamente non era certo un cross. 13 conclusioni totali a 11, e ci mancherebbe altro, concedendo poco al Monza nel secondo tempo, quello delle accelerate decisive per portare a casa il posticipo. Ma all’U-Power Stadium l’Atalanta ha lasciato all’avversario di turno il possesso palla e la supremazia nei passaggi, preferendo la concretezza e il cinismo da capolista vera.
LE CIFRE E IL CINISMO. 52 per cento a 48 la “vittoria” brianzola nella prima voce, comunque scesa rispetto ai primi 45 minuti dove le proporzioni erano 60 a 40. Nei passaggi riusciti, che non significano necessariamente granché, i 346 monzesi contro i 299 bergamaschi fanno riflettere. Scatta la doppia lettura, perché se è vero che la precisione è da migliorare, d’altro canto il gioco per essere finalizzato ha bisogno di meno fronzoli, meno scambi per arrivare in porta. Concretezza e cinismo, appunto. A dispetto di un avvio schiacciato all’indietro, poi, la forza della grande di imporsi sulla neopromossa è rivelata dal dato sul baricentro: 46,7 metri i locali, 55 gli uomini di Gian Piero Gasperini.
Grande Dea
Contentissimo del risultato, ma numeri un poco tirati per il collo. Se non avessimo giocato contro il Monza, nel primo tempo saremmo stati sotto di due gol e poi non saremmo riusciti a recuperare (non tutti sono come il Monza che poi cala…). Approssimazione nei passaggi che dà l’idea di svaccamento. Per fortuna abbiamo tempo di trovare la quadra, perchè se si va avanti in questo modo si capisce il perchè la stampa sportiva snobbi il nostro primato. Squadra in crescita, ma gli esperimenti del Gasp (difesa inedita e in difficoltà per un tempo perfino contro il Monza) li rispedirei… Leggi il resto »