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Auguri a Lucarelli, dall’Atalanta del Mondo alla Ternana

Cristiano Lucarelli, bomber del Livorno del suo cuore, non decollò nella stagione a Bergamo con Mondonico. Da tre anni la panchina delle Fere

Cristiano Lucarelli è riuscito nell’impresa mancata dall’altro ex atalantino Fabio Gallo, il ritorno in serie B della Ternana. Da tre anni l’ex attaccante che sposò il Livorno per amore è annodato al filo rossoverde che lo lega idealmente anche al suo passato in nerazzurro, essendo le due tifoserie affratellate come nessuna. Sarà pure per la presenza del capitano Marino Defendi e dell’ex del vivaio Davide Agazzi. Oggi, martedì 4 ottobre, il bomber labronico passato con successo alla panchina spegne 47 candeline. A Bergamo il possente e fumantino centravanti, fratello d’arte di quell’Alessandro svernato a lungo sui campi che contano, ballò una sola stagione agli ordini del compianto Emiliano Mondonico. Culminata, purtroppo, nella retrocessione.

LUCARELLI, BUONE COSE DAL MONDO. Arrivato dal Parma nell’estate del 1997 per un attacco che la stagione prima contava su Pippo Inzaghi e Domenico Morfeo con Gigi Lentini largo a sinistra, Lucarelli, 221 reti in 551 partite di club dal ’92 al 2012, in maglia Atalanta ne firmò 6 in 30 partite, 5 in 26 di campionato più il gol al Genoa in Coppa Italia. Nicola Caccia (6+1) era l’altro nome nuovo in un reparto comprensivo dei baby Fausto Rossini (1) e Corrado Colombo. Curiosamente, la sua unica fetta di carriera fuori d’Italia sarebbe stata allo Shakhtar, futuro ostacolo atalantino nel girone di Champions League alla prima partecipazione: 8 reti in 21 match, di cui 4 in 9 nella regina delle coppe europee, nell’annata 2007-2008.

LUCARELLI VUOL DIRE LIVORNO. A casa sua, pallone nella porta altrui 112 volte su 192, in una carriera cuo vanno aggiunti i 13 in 20, 3 in 6 tra i senior, in azzurro, con Giochi del Mediterraneo vinti nel 1997. Capocannoniere in A nel ’04-’05 con 24 dopo avervici portato la squadra del cuore opponendo poi il gran rifiuto al Torino comproprietario del cartellino: “Tenetevi il miliardo”, la biografia in cui Lucarelli parla della rinuncia all’ingaggio dei granata, di cui era un ex. Il club labronico ne avrebbe presi il quadruplo.

LUCARELLI, STORIA DI UNA GAVETTA. Cresciuto nel Carli Salviano e nell’Armando Picchi, il numero 9 e poi 99, a rete da atalantino con Bologna e Parma (doppietta) nelle prime due giornate e quindi da match winner con Napoli ed Empoli, proveniente com’era dal Parma via Padova proseguì con Valencia, Lecce, Torino, Livorno (irresistibile la coppia con Igor Protti), Shakhtar, Parma e Napoli, appendendo le scarpe al chiodo a quota 37 con la Coppa Italia vinta da infortunato con Walter Mazzarri, suo tecnico nel ritorno nella massima serie con la maglia che ama di più (poi Colomba e Donadoni). Agli esordi da pro, invece, Cuoiopelli, Perugia e Cosenza. Da mister, in sequenza, Allievi Nazionali biancoscudati (scudetto e supercoppa 2013), Perugia, Viareggio, Pistoiese, Messina e Catania prima del rientro dove gli batte il cuore e la rinascita nelle Fere, accompagnato negli anni anche da Dario Bergamelli, Enanuele Suagher, Christian Capone, Simone Mazzocchi e Guido Marilungo. Quanta Dea nella sua Ternana. Tanti auguri.

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