Il giorno della finalissima dei Mondiali di Svezia, il padrone di casa Bengt Gustavsson pensava alla ‘sua’ Atalanta
“Mister, voglio aiutarla a riportare l’Atalanta in Serie A”: queste parole viaggiarono nell’etere tra Solna e Bergamo sessantaquattro anni fa, il 29 giugno del 1958. Il giorno della finalissima dei Mondiali di Svezia, il trascinatore della nazionale padrona di casa Bengt Gustavsson pensava alla ‘sua’ Atalanta. Come riporta il Corriere della Sera Bergamo ripercorrendo questa storia, la preoccupazione principale dello svedese era far sapere al mister Karl Adamek, arrivato a Bergamo dietro suo suggerimento, che voleva rimanere al Comunale per traghettare in Serie A la Dea appena retrocessa.
Gustavsson detto ‘Julle’ è stato l’unico nella storia del club bergamasco ad aver mai disputato una finale dei Mondiali da giocatore dell’Atalanta. Allora lo svedese era un esempio per i giovani dentro e fuori dal campo, aveva trent’anni, era a Bergamo da due ma si sentiva un cittadino orobico, tanto che nelle settimane più intense di quel Campionato Mondiale, dall’8 al 28 giugno, mentre di giorno difendeva l’area dagli attaccanti di Galles, Unione Sovietica e Germania Ovest, di sera si attaccava alla cornetta collegata a Bergamo per conoscere gli sviluppi del processo per illecito sportivo (il caso Azzini) che portò alla retrocessione a tavolino dell’Atalanta. Perno difensivo della Svezia, trascinò la sua nazionale fino alla finale persa 5-2 contro il Brasile del primo Pelè. Ma Gustavvson non se ne rammaricò, volle esaudire un sogno forse più grande: qualche mese dopo, con mister Adamek, riportò l’Atalanta in Serie A. Come promesso ai Mondiali del ’58.
sono stato ospite a casa sua per quattro giorni nel marzo 1977. Venne poi a trovarmi diverse volte a casa mia in seguito con l’amico suo fraterno Albani, taxista allora dell’Atalanta. Era un gentiluomo di spessore dentro e fuori dal campo, innamorato di Bergamo. Persona meravigliosa ed indimenticabile! ❤️