
Il centravanti di Cali ha sacrificato alla causa muscoli e articolazioni in serie. Cronaca di un avantindré dall’infermeria
Gian Piero Gasperini va dicendo che, strigliate davanti alla stampa a parte, Duvan Zapata non deve dimostrargli proprio alcunché. Perché il suo attaccamento alla maglia è a prova di bomba, o di concorrenza patita con l’astro nascente Rasmus Hojlund che ha 12 rivoluzioni terrestri di meno a pesargli sulla legge dell’anagrafe, oppure anche di rendimento in calo fisiologico. L’affare più costoso (26 a saldo alla Sampdoria, gennaio 2020) ma anche redditizio della storia dell’Atalanta l’ha sempre confermato facendo parlare i numeri, del resto. Che sono pazzeschi, 80 palloni nel sacco in 172 partite. Senza gli infortuni soprattutto muscolari a catena, però, comprendendo nel computo il posticipo di Bologna da saltare salvo miracoli, nel quadriennio e mezzo bergamasco avrebbero potuto essere almeno 40 in più. Sai che vantaggi ne avrebbe tratto la causa di una Dea da scalata continua all’Olimpo?
ZAPATA E LA ZAVORRA INFORTUNI. La contusione alla porzione anteriore del ginocchio sinistro causatagli dall’incontro ravvicinato del terzo tipo col marziano dei pali chiamato Jeroen Zoet, al dodicesimo mercoledì al “Picco”, è soltanto l’ultimo anello di una catena che la malasorte ha tirato troppo spesso in faccia al potente puntero di Cali, in gioventù soprannominato Ternero (Il Vitello) perché sbuffava a ogni errore sotto porta. Stavolta il problema è osseo, come tra agosto e settembre del 2021, causa trauma distorsivo-contusivo al ginocchio destro. Cose che succedono, crac da scontri di gioco o in allenamento, specie per chi è abituato a non avere paura di metterci la gamba e il fisico di cui madre natura l’ha dotato.
SENZA ZAPATA SOLO A BOLOGNA? Stavolta, come le precedenti, il monitoraggio dovrà essere quotidiano e scrupolosamente attento, onde evitare ricadute, tra l’altro già capitate. In stagione, per il prossimo trentaduenne Duvan, atteso al taglio del nastro con le candeline il primo aprile, è il secondo incontro con la sfiga. Allora, allo start di settembre, al 37′ del match casalingo vinto 3-1 col Torino, la lesione parziale del semimembranoso della coscia sinistra. Una macabra collezione iniziata da lontano: ricordate gli avantindré col fisioterapista di fiducia Carlos Pedrosa, a Siviglia, lungo l’inverno tra 2019 e 2020, figli della lesione di primo grado all’adduttore della gamba destra rimediato il 12 ottobre ad Alicante nell’inutile amichevole tra la sua Colombia e il Cile ad Alicante? Aveva provato a sorprendere Bravo del Manchester City, mancato avversario in Champions lungo le 4 gare che il numero 91 fu costretto a saltare, con un destro quasi dalla linea di fondo.
CRONACA DEGLI INFORTUNI. Il pegno da pagare a tanta generosità, con l’avanzare degli anni, rischia di essere troppo alto perfino per il Toro dal cuor di leone. Ecco, nel dettaglio, il complesso delle giornate/partite dell’Atalanta senza Zapata, suddivise per annata e tipologia di infortuni, dal 2018 a oggi. 2019/20: lesione di primo grado all’adduttore della gamba destra, 12 ottobre-30 dicembre 2018, 14 match. 2020/21: 24 (Real Madrid, Champions)-28 febbraio 2021, 1 match, contrattura-cicatrice preesistente alla coscia sinistra (retto femorale). 2021/22: 19 agosto-10 settembre, 2 match, trauma distorsivo-contusivo ginocchio destro. 21 dicembre (Genoa, 1° tempo)-5 febbraio: 4 match (3+1 Coppa Italia), lesione minima e parziale dell’adduttore sinistro. 6 febbraio (col Cagliari, 2° tempo)-2 aprile: ricaduta, 11 match (1 Coppa Italia, 4 Europa League). 2 (Salerno)-8 maggio, 1 match, risentimento muscolare. 2022/23: 1 settembre (Torino)-15 ottobre, 6 match, lesione parziale del semimembranoso della coscia sinistra. 4-9 gennaio: 1 match, contusione al ginocchio sinistro.
