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10 gennaio: torta per Kurtic, l’uomo della rivoluzione del Gasp, e per la coppia Uefa Bordin-Bortolazzi

10 gennaio, tempo di compleanni. Tra gli ex atalantini, un gustoso tris di portate: il gasperiniano Kurtic e la copp(i)a UEFA Bordin-Bortolazzi

Il più recente (92 partite e 1o reti dal 2015 al gennaio 2018, chiuso da Bryan Cristante) e tuttora attivo a pelo d’erba, rientrato in Italia dalla finestra invernale per risollevare le sorti del Sudtirol, ne fa 35. I gemelli diversi della campagna di Russia nell’Atalanta del Mondo alla prima partecipazione alla Coppa Uefa, invece, 59. Il 10 gennaio è un compleanno nerazzurro a tris grazie ai due mister al momento disoccupati, Mario Bortolazzi e Roberto Bordin, e a Jasmin Kurtic, l’uomo che da Edy Reja a Gian Piero Gasperini, già suo mentore a Palermo, da jolly divenne trequartista tattico per dare il via alla rivoluzione tattica del calcio ad alti livelli a Bergamo. L’uomo del 3-4-1-2 in prima pressione sul portatore di palla pronto a trasformarsi in primo portatore d’acqua per l’attacco, insomma.

Bordin e Bortolazzi: i gemelli diversi del 10 gennaio

I due centrocampisti che condivisero la fugace avventura con lo Spartak Mosca, più mediano il libico che giocava spesso in fascia e più regista-interno-mezzala offensiva il veronese, sono allenatori in carriera. Bordin, ombra di di Andrea Mandorlini a Bologna, Padova, Siena, Sassuolo, Cluij (triplete rumeno 2010) e Verona, si è fatto poi la Triestina per chiudere col Belpaese. Quindi l’Est. L’Azerbaigian col Neftchi Baku e le due stagioni super in Moldavia allo Sheriff Tiraspol, da titolo e coppa nazionale, poi replicati la scorsa stagione prima dell’esonero il 6 ottobre scorso dopo aver preso 6 gol dallo Slavia Praga nel giro di Europa League. In mezzo, anche la nazionale moldava da febbraio a novembre 2021.

Mario Bortolazzi, invece, di recente ha fatto il vice di Daniele Gastaldello a Brescia, da febbraio e giugno ed è inutile dire com’è andata. Storicamente, però, è sempre stato il secondo o il più prezioso collaboratore di Roberto Donadoni, compagno al Milan sul campo e capo in panchina a Lecco, Livorno, in Nazionale, nel Napoli, nel Parma, nel Bologna e in Cina nello Shenzhen.

Kurtic, l’uomo della rivoluzione del Gasp

Inizialmente frenato dall’alternanza sperimentale fra il 3-5-2 e il 4-2-3-1 ereditato dal Vecio di Lucinico, il Gasp col Crotone, dopo essersi sentito scottare la tolda di comando sotto le terga dopo il ko col Palermo, il quarto in cinque turni, a Pescara col Crotone opta per il centrocampista sovrannumerario, prevale 3-1 con Kurtic a segno e il resto è storia. 9 partite utili consecutive con 8 vittorie di cui 7 di fila, l’avvio ufficiale della Leggenda gasperiniana e poi anche il ritrovo a Bergamo con l’amicone Josip Ilicic. Lui, il ragazzone di Crnomelj, è uno da gavetta che s’è tolto un sacco di soddisfazioni. Bela Krajna, Gorica, rosanero, Varese, Sassuolo, Torino, Fiorentina, Spal, Parma, PAOK Salonicco e Universitatea Craiova, 533 da pro con 62 gol più i 2 in Nazionale in 89 presenze. Ora deve aiutare il tecnico Federico Valente a far restare l’Alto Adige aggrappato alla cadetteria.

Il libico settepolmoni

Nato a Zawiya ma cresciuto a Sanremo anche calcisticamente, il palmarès di Bordin a Bergamo è lungo un quadriennio. Da 140 partite e 8 gol: 122 e 5 in A, 8 e 2 in Coppa Italia, 10 e 1 in Europa, il cabezazo per l’1-1 di Colonia ai sedicesimi Uefa nell’edizione 1990-1991 persa ai quarti con l’Inter (e divisa tra Piero Frosio e Bruno Giorgi). In campionato, invece, palloni in porta a Cremona (1-1) e contro la Juve (1-2) subito, quindi nel 2-2 con la Roma nel giro di corsa dopo e, per concludere, Cagliari (2-1), ancora la Lupa (3-1: un auto-regalo, era il 10 gennaio) e il Genoa (1-2) nell’Atalanta di Marcello Lippi. Taranto, Parma e Cesena le squadre pre Dea, poi Napoli, Piacenza, Triestina, Vicenza e Spezia chiudendo da centrale difensivo nonostante i 172 centimetri.

Un veronese da Milan

Se coi russi Bordin si fece l’ultimo quarto d’ora in casa (12 settembre) a reti bianche al posto di Mindo Madonna e al ritorno gli cedette la zolla al 21′, a Mosca il conterraneo di Romeo e Giulietta subentrò a Prandelli al 72′, 16 minuti prima dell’epilogo by Rodionov (Cherenkov apeva aperto al 28′). Per Bortolazzi, nell’unico giro di corsa sotto le Mura, zampino in A (20 partite) nel 2-0 alla Cremonese e nel 3-0 alla Roma; nel trofeo della coccarda (4 gettoni), nel poker alla Torres al primo turno (23 agosto ’89) inaugurato proprio dal co-festeggiato e contrassegnato dalla doppietta del Figlio del Vento, quindi matchball nel successivo ai supplementari per avere la meglio sul Bari. Scudettato milanista con Sacchi (’88) passato poi dalla Fiorentina, era un giramondo: Tebaldi Verona, Mantova, Parma, Hellas, Genoa, West Bromwich e Lecco, la città in cui il suo destino si sarebbe legato di nuovo al Roby di Cisano Bergamasco.

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