Cinque incroci di cui due doppi smenandoci in altrettante edizioni, per un totale di sette match, di cui solo il primo vinto, due nulli e un poker lasciato sul tavolo da gioco. 4 gol fatti, 11 subìti. Ma se nel computo va messa anche la doppia finale persa (3-0 al San Paolo, 1-0 a Bergamo) nel 1987 contro i campioni d’Italia trascinati da Diego Maradona, allora i precedenti di Coppa Italia dell’Atalanta col Napoli risultano un po’ meno amari nel palato.
Ovviamente perché quell’atto conclusivo, guadagnato dopo aver passato indenni il girone (Brescia, Virescit, Genoa, Messina e Palermo) e i turni eliminatori con andata e ritorno (Casertana, Parma e Cremonese), volle dire la seconda qualificazione a una competizione europea (la stessa del 1963, la Coppa delle Coppe, ottenuta vincendo il trofeo contro il Torino a San Siro). La tesi de l’Eco di Bergamo nell’illustrare gli scontri diretti del passato in vista del quarto di finale secco a Fuorigrotta del 2 gennaio prossimo, sciorinandone i numeri, è che l’abbinamento non porti poi così male come sembra.
Eppure l’unico amarcord felice, a onta della retrocessione in B della squadra di Nedo Sonetti (poi sostituito da Emiliano Mondonico per un ciclo esaltante) al termine di quel campionato, fu proprio contro il Pibe de Oro e soci, allenati dall’ex Ottavio Bianchi. Nel 1972/73, del resto, il 2-0 fuori casa e l’1-1 al ritorno non determinarono il passaggio nel girone di semifinale del team guidato da Giulio Corsini, caduto in cadetteria all’ultima giornata.
La sfida più vicina ai giorni nostri è l’ottavo di finale terminato 3-1 a sfavore di Stefano Colantuono del 15 gennaio 2014 sempre all’ombra del Vesuvio, dove si sono disputati ben 5 dei 7 rendez-vous all’insegna della coccarda tricolore. Nel 1978/79 (0-0) e nel 1982/83 (1-0 azzurro, e qui in panchina per i bergamaschi c’era Bianchi), invece, napoletani promossi e atalantini fuori anzitempo dal torneo.