
L’italobrasiliano, approdato in Italia nel Genoa da Europa Legue dell’attuale tecnico atalantino, appende le scarpe al chiodo ringraziandolo
Gian Piero Gasperini è uno che lascia il segno anche in chi è stato allenato da gente come van Gaal, Rijkaard, Mourinho e Ancelotti: “Dopo tre operazioni al ginocchio tra Barcellona (legamenti del destro, NdR) e Atletico Madrid (menisco interno sinistro) mi credevo finito. Ma Gasp al Genoa mi fece innamorare di nuovo del calcio”. Il tributo all’ex mentore acquista ancora più importanza, visto che a farlo è Thiago Motta, regista raffinato del Grifone dei miracoli edizione 2008-2009, quello che conquistò il posto in Europa League sfiorando la Champions (scontri diretti negativi con la Fiorentina).
MOTTA E GASPERINI, FAME DI CALCIO. L’attuale tecnico dell’Atalanta, insomma, per il mancino che si ritira dal calcio giocato e allenerà i giovani del Paris Saint-Germain (Under 19) rimane il simbolo della rinascita: “Litigai sul contratto col presidente Preziosi in pizzeria a Desenzano – ricorda a GazzaMondo, inserto odierno della Gazzetta dello Sport -. Firmai in spogliatoio durante un Genoa-Milan. Con Gasperini non fu facile: al primo allenamento, dopo 3 ore di esercizi, temevo per il ginocchio. Ma mi fece innamorare di nuovo del calcio. Il giorno dell’esordio dalla panchina ero senza scarpini e parastinchi, non pensavo di entrare: non vi dico le sue urla”.
L’INTER E IL CARATTERE DEL GASP. “Preziosi venne a dirmi di avermi ceduto con Milito all’Inter, Mourinho mi chiamò per chiedermi se ero pronto ad andare in guerra – ha proseguito Motta sul filo delle memorie -. Fece fare il terzino a Eto’o dopo averlo rimproverato davanti a tutti di non fare abbastanza. Gasperini a Milano non funzionò perché era la squadra costruita da Mou per il contropiede. E lui era troppo intransigente per quello spogliatoio”.
