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Candeline per Acquafresca e Maniero, i bomber mancati

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Attaccanti provetti, a Bergamo non trovarono la piazza ideale per esprimersi. Pippo non deluse altrove, il mezzo polacco attualmente sverna in Svizzera

Uno timbrò il cartellino il 14, nell’andata del terzo turno di Coppa Italia col Bari. L’altro il 22, a Siena, nel primo bottino pieno in trasferta della Dea passata di mano da Angelo Gregucci ad Antonio Conte. 1990 e 2009, un abisso. Potrebbero chiamarli i bomber di novembre, altri due dei quattro festeggiati ex atalantini (citazione en passant per il 51enne Francesco Zanoncelli, 6 presenze nel 1989 per sparire in autunno) dell’11 settembre. Bomber si fa per dire, e comunque ben lontani da Bergamo. Filippo Maniero e Robert Acquafresca hanno in comune solo il mese prolifico, a parte che il secondo aveva già castigato il Cesena a Ferragosto nel trofeo della coccarda per poi arrendersi al Lumezzane.

PIPPO, IL BOMBER DEL BRENTA. Il padovano, 46 anni compiuti, a novembre menò le tolle tornando alla base dopo 8 presenze sotto Piero Frosio (più avanti sostituito da Bruno Giorgi) senza successo in campionato. Difficile trovare spazio tra i mostri sacri Evair e Caniggia. Altrove, benino a Venezia in un tour con sovrappiù scozzese: Ascoli, Sampdoria, Verona, Parma, Milan, Palermo, Brescia, Torino, Rangers, Piovese, Legnarese (la squadra dei primi calci, dagli 8 agli 11) e Casalserugo con ritiro a quota 38.

ACQUAFRESCA IL POLACCO. Più slanciato e meno forzuto, il ragazzo torinese di Alpignano – classe 1987 – di padre pugliese e madre polacca, 14 vidimate di badge nelle Nazionali giovanili segnando pure alle Olimpiadi di Pechino del 2008 (all’Honduras), sembrava promettere bene al fianco di Simone Tiribocchi. Il romano la metteva, lui, prestito genoano dopo essere cresciuto nel Torino ed essere stato interista in prestito al Treviso e al Cagliari, deluse le attese: della capacità di trovare la rete dimostrata in Sardegna, leggi 28 nel biennio, zero tracce. E in nerazzurro, prima di incrociare la strada di Gian Piero Gasperini per l’altra mezza stagione, solo quei 2 piccoli trionfi, in Toscana su rigore autoprocurato, in 14 allacciate di scarpe. 67 gol fin qui, da attaccante in forza al Sion in Svizzera, sono pochini per uno che avrebbe dovuto fare sfracelli e invece tra Cagliari, Bologna, Levante e Ternana non ha più ritrovato lo smalto. Tanti auguri.

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