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Auguri a Cristiano Lucarelli, bomber tranne che col Mondo

cristiano Lucarelli

Solo una cinquina in campionato nel 1997-1998 da retrocessione, ultima stagione del tecnico di Rivolta sulla panchina nerazzurra. La gloria granata e amaranto

30 vidimate di badge e 6 palloni nel sacco, a salutare Emiliano Mondonico alla fine della sua teoria di panchine all’ombra della Maresana. Cristiano Lucarelli, oggi 43 anni da ex sfondatore d’area e tecnico del Livorno, all’Atalanta fu più di una meteora, ma meno di un bomber in sboccio. La gloria negatagli in nerazzurro da 22-23enne se la prese nel granata Torino e soprattutto nell’amaranto di casa sua, dove imbucarla a raffica – 112 volte su 192, superbomber ’04-’05 con 24 – com’era suo mestiere e recitare la parte del figlio del popolo (“Tenetevi il miliardo”, la sua biografia in cui parla della rinuncia agli ingaggi delle big) gli riusciva benissimo. Per la gioia di chi apprezzava il calcio anche romanzato, a sfondo para-sociale.

NERAZZURRO DA CADUTA A PIOMBO. A Bergamo Nicola Caccia, lui e la pattuglia di ali-trequartisti comprendente Massimo Orlando (2 match, 1 gol e si ruppe) e Massimiliano Cappioli, aggiungendoci pure un Marco Sgrò più incisivo in fase realizzativa, non ebbe il potere di sostituire il trio magico da 4-4-1-1 della stagione precedente: vale a dire Pippo Inzaghi capocannoniere (24), Gigi Lentini a sinistra e Mimmo Morfeo tra le linee. Niente da fare: cinquina (più uno al Genoa in Coppa Italia) il livornese e Sgrò (8 col trofeo a metà settimana), 6 il napoletano (7, idem), con la replica dell’unica statuetta in bacheca preclusa ai quarti col Parma.

IL RESTO. Cresciuto a casa nel Carli Salviano e nell’Armando Picchi, il numero 9 della città marittima di scoglio, a rete da atalantino con Bologna e Parma (doppietta) nelle prime due giornate e quindi da match winner con Napoli ed Empoli, proveniente com’era dal Parma via Padova proseguì con Valencia, Lecce, Torino, Livorno (irresistibile la coppia con Igor Protti), Shakhtar, Parma e Napoli, appendendo le scarpe al chiodo a 37… quasi autunni, vincendo la Coppa Italia da infortunato con Walter Mazzarri, suo tecnico nel ritorno nella massima serie con la maglia che ama di più (poi Colomba e Donadoni). Agli esordi da pro, invece, Cuoiopelli, Perugia e Cosenza. Non sono uno scherzo 234 palloni nel sacco in 571 match, più i 13 in 20 (3 in 6 tra i senior) in azzurro, con Giochi del Mediterraneo vinti nel 1997. Da mister, in sequenza, Allievi Nazionali biancoscudati, Perugia, Viareggio, Pistoiese, Messina e Catania prima del rientro dove gli batte il cuore. Tanti auguri.

 

 

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