I numeri dimostrano che la qualificazione alla regina delle coppe europee non è affatto una chimera: coi ritmi tenuti dalla nona giornata in avanti, nulla è impossibile

Quinto posto, quota 35, meno 1 dal sogno Champions League. Perché l’Atalanta, comunque in linea per la terza qualificazione europea di fila, vista anche la Coppa Italia avanzata fino alle semifinali con la Fiorentina, non dovrebbe credere nel passettino in più che la proietterebbe nell’empireo del pallone? L’Eco di Bergamo prova a fare i conti in tasca ai nerazzurri, sottolineandone le medie dalla nona giornata in poi.

OLTRE 2 PUNTI A PARTITA. Se nelle prime otto i 6 punti raccontavano di 0,75 a partita, gli altri 29 dal Chievo (21 ottobre) in avanti, in 14 match, fanno ben 2,07. Oltre al terzo posto nella classifica del periodo considerato, dietro Juventus (36) e Napoli (33). Mantenendo lo stesso ritmo, si chiuderebbe a quota 68.

QUARTO POSTO? Calcolando le medie delle precedenti sette stagioni, servono 67,42 punti per essere quarti e 58,42 per arrivare settimi. Nelle ultime due annate s’è vista la quota più alta della quarta: 72, con l’Inter qualificatasi per la coppa dalle grandi orecchie e l’Atalanta l’anno prima no in quanto vi accedevano solo le prime tre. Nelle precedenti cinque stagioni, il quarto posto oscillava tra i 67 dell’Inter 2015-2016 e i 62 della Lazio 2011-2012, con la sola eccezione della Fiorentina 2012-2013 (70).

L’IMPORTANZA DELLA SEMIFINALE. I bergamaschi, infine, ragionando in termini di EL, farebbero bene a battere in semifinale di Coppa Italia la Fiorentina per evitare di farsi rubare lo slot da una squadra che in campionato attualmente non vale il settimo posto. Di norma la settima si qualifica perché nel trofeo della coccarda prevale quasi sempre chi è davanti in classifica. L’ultima volta in cui la vincitrice di coppa fece lo scherzetto fu nel 2012-2013: la Roma finì davanti alla Lazio, che però battendola in finale le soffiò il posto.