Mister Gasperini aspetta il quarto d’ora della ripresa per cambiare, un tempo perfetto, ma le sue scelte sono altrettanto lungimiranti?
Difficile indovinare cambi in campo e sostituzioni, ma molte partite si vincono così, dalla panca, che premia le scelte degli allenatori di turno. Lo sa bene il tecnico della Dea Gian Piero Gasperini, che ha sempre saputo capire quale pedina inserire al momento giusto: lo ha fatto anche nel primo tempo di ieri, azzeccando il tridente super con Malinovskyi, Gomez e Muriel, artefici di tre gol spettacolari.
BRUTTE SORPRESE. Difficile dire lo stesso con le scelte fatte nella ripresa, ma forse è troppo facile con il senno di poi. Il caso vuole che, appena fatti i due cambi-de Roon per Pasalic al 60’ e Ilicic per Muriel al 68’- la Dea subisca due gol di fila. Sulla carta però sono cambi sensati: la freschezza e la creatività dello sloveno potevano disorientare ancora di più una Lazio in bambola e far scaturire almeno un’altra rete nerazzurra che potesse chiudere la partita. Così come de Roon, cresciuto a Bergamo a dismisura e spesso un punto fermo affidabile a centrocampo. Difficile quindi, se non impossibile, prevedere un olandese in evidente difficoltà e un numero 72 spento e a mezzo servizio, che non tira in porta nemmeno quando ha l’occasione.
CAMBI DIVERSI. Differente è il caso del Papu Gomez, fermo in campo per dolori e stanchezza quando la gara si è riaperta e l’Atalanta aveva più bisogno di lui. Muriel forse non era altrettanto stanco, anche in ottica City. Buono l’ingresso dell’esperto Kjaer per cercare di conservare una vittoria poi sfuggita di mano, proprio quando Palomino si perde l’ennesima palla in fase di possesso a favore di Immobile. A questo proposito forse era il numero 6 argentino a necessitare di staccare la spina, piuttosto di un Masiello che dopotutto ha convinto. Col senno di poi però forse è sempre fin troppo facile, i cambi a gara in corso restano un’incognita difficile da risolvere.