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Auguri ad Almici, dalla Primavera dell’Atalanta al giro d’Italia

Il pisognese Almici, terzino d’altri tempi, compie 27 anni senza aver potuto finora afferrare il sogno di giocare nella prima squadra dell’Atalanta. Il destino di molti giovani del vivaio

Alberto Almici, il festeggiato di oggi, sabato 11 gennaio, da bambino era un portento con gli sci e sarebbe potuto finire al Brescia. Perché a dispetto dei natali a Lovere il terzino destro attualmente in prestito dall’Hellas Verona al Pordenone neopromosso in B è di Pisogne, camuno purosangue, e gareggiava spesso al Tonale. All’età di 8 anni, lui che ne ha appena compiuti 27 ed è alla decima maglia nella carriera da professionista sognando il ritorno alla base in prima squadra, finì invece nell’Atalanta. Un provino al Campo “Utili”, la trafila fino alla Primavera e poi i parcheggi di un giro d’Italia culminato col secondo cartellino di proprietà in riva all’Adige.

ALMICI, SERIE A MANCATA. Nonostante tutto, ovvero le premesse, da rompighiaccio il 26 agosto 2018 – giorno di Sant’Alessandro, guarda caso patrono di Bergamo – su punizione contro il Padova (1-1) di un’annata che sarebbe sfociata nel ritorno al piano di sopra degli scaligeri, Almici è rimasto in cadetteria. Fino la chiusura del presente articolo, quello è il primo e unico gol in 210 partite una volta staccato dal cordone ombelicale nerazzurro. I gialloblù nella scorsa estate l’hanno riscattato come da obbligo, senza però portarselo nell’elite del calcio.

ALMICI, L’EX ATALANTINO IN PRESTITO. Esterno basso d’altri tempi (2 presenze in Nazionale Under 19, 1 in Under 20) che può anche fare il pendolino puro o l’esterno alto tattico alla Cristian Raimondi, abituato com’è ad andare su e giù per la corsia, Almici come prima tappa del suo personale tour a titolo temporaneo appena maggiorenne nel Gubbio, toccata e fuga in B. Una categoria da cui non s’è più mosso: Lanciano con Nadir Minotti, Cesena e da gennaio Padova, Latina con Doudou Mangni e da gennaio Avellino, due stagioni all’Ascoli e una alla Cremonese le altre tappe della sua parabola. Con quel sogno del rientro alla base sempre nel cassetto, ma vuoi mettere, anche il “Bentagodi” in A non sarebbe malaccio. Tanti auguri.

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