Associazione a delinquere, intestazioni fittizie, estorsione e violenza privata: i pesanti capi di imputazione presenti nell’inchiesta ai danni dei tifosi rossoblù
Quindici anni fa, nel 2005, la procura di Genova aveva avviato un’inchiesta contro quindici ultras del Genoa che, con la violenza psicologica e fisica, avevano commesso gravi reati contro il numero 1 del club rossoblù Enrico Preziosi e l’allora tecnico del Genoa Gian Piero Gasperini. Oggi i capi di imputazione sono finalmente noti: associazione a delinquere, intestazioni fittizie, estorsione e violenza provata. In particolare, gli indagati avrebbero estorto denaro al presidente del Genoa attraverso ripetute condotto illecite per, come riporta Gazzetta.it, mantenere una situazione tranquilla a livello ambientale attorno alla squadra.
GASP NON SI PIEGA. Una violenza perpetrata dentro e fuori lo stadio Ferraris, che aveva colpito anche altri tesserati dello staff e semplici tifosi contrari a sottostare a queste condotte ‘in stile mafioso’. Nel mirino degli indagati, esponenti della malavita nel tifo organizzato del Genoa, anche mister Gasperini, finito sotto ricatto perché non si era piegato al volere di questi soggetti, che volevano far presenziare alcuni tesserati alle feste nei club.