Nerazzurro per sei mesi, totalizzò una rete in 16 presenze
Matteo Ardemagni arrivò a Bergamo nell’estate del 2010 con grandissime aspettative e una cifra di circa 4 milioni di euro corrisposta dalle parti di Cittadella, nell’ambito di quella che resta ancora oggi la cessione più fruttuosa nella storia del club granata.
I risultati sul campo furono però abbastanza deludenti, anche perchè presto l’attaccante pavese perse il posto da titolare a discapito della concorrenza, formata dal trio Ceravolo-Ruopolo-Tiribocchi. L’acquisto di Marilungo a gennaio lo allontanò poi del tutto dalla dinamiche nerazzurre, con l’attaccante cresciuto nel settore giovanile del Milan che a gennaio andò in prestito al Padova.
Da lì iniziò una sequenza di prestiti, che implicarono sempre un ritorno alla base a giugno fino addirittura al 2016, anno in cui fu acquistato a titolo definitivo dall’Avellino. Nel mentre si è tolto la soddisfazione di segnare con 10 maglie diverse nel campionato di Serie B, e proprio per questo motivo La Gazzetta dello Sport gli ha dedicato un’intervista nella sezione dedicata alla cadetteria.
Nell’ambito della stessa ha ripercorso ogni tappa del suo percorso. In merito a quella relativa all’Atalanta ha dichiarato: “Furono solo 6 mesi, un anno nato male sbagliando un rigore con il Vicenza: una piazza così non ti aspetta, peccato. Ho fatto gol al Sassuolo su assist di Doni”.