“Non divido il calcio tra business e romanticismo. Però escludere dalle competizioni chi non ha il sangue blu è sbagliato”. Parola del sindaco di Bergamo Giorgio Gori
“Quella dell’Atalanta è una bella storia. L’esempio di come i bilanci a posto possano coniugarsi ai risultati”. Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, ha detto la sua sulla vexata quaestio della Superlega alla trasmissione “Tutti convocati” su Radio24: “Che si debba essere estromessi dalle grandi competizioni internazionali perché non si ha il sangue blu non funziona. La squadra è l’icona della città”, ha ribadito.
IL SINDACO E LA SUPERLEGA. “Non divido il mondo del calcio in buoni e cattivi, tra chi pensa al business e i romantici: la componente industriale c’è nel calcio e nell’Atalanta, senza per questo dover cancellare la dimensione sportiva – ha proseguito Gori -. L’idea di riservare gli ultimi 5 dei 20 posti a squadre fuori dalle big dietro invito era la foglia di fico del progetto Superlega. Il pallone ha bisogno di modelli sostenibili, come il Leicester e l’Atalanta stessa”.
GORI, L’ATALANTA E I BILANCI. “Quella volta che arrivano il Cagliari, il Verona e l’Atalanta il calcio ringiovaniscequella cosa fa ringiovanire il calcio. L’Atalanta ha ispirato Bergamo e comunica cose positive – conclude il primo cittadino -. Esistono club troppo indebitati, giocatori troppo pagati e molti stadi non all’altezza, ma quel progetto non poteva e non può costituire la risposta a tutti questi problemi del calcio. La Uefa, dal canto suo, non è il paradiso terrestre”.
