Il centrocampista ex Monza racconta il suo lato scolastico
Ragazzo serio e molto applicato anche sui libri, Matteo Pessina oggi studia alla LUISS di Roma nell’ambito di un percorso dedicato a atleti sportivi e intrapreso anche da altri colleghi, tra cui Caldara e Gagliardini. A Cronache di Spogliatoio ha raccontato, in una lunga e bella lettera, il suo rapporto con il mondo dell’apprendimento.
“Sono convinto del percorso di studi che ho intrapreso. Non frequento le lezioni, chiaramente, ma mi reco in sede a Roma per svolgere gli esami. Ciò che mi piace è che sono trattato come gli altri, senza favoritismi e senza sentire che il mio cammino è facilitato grazie al mio status”. Il centrocampista racconta poi un curioso aneddoto: “Il giorno dell’esame di Statistica sono arrivato davanti alla Luiss e ho chiesto quale fosse l’aula. C’era un agente nella guardiola e mi ha chiesto il badge, altrimenti non avrebbe potuto farmi entrare. Gli ho spiegato: ‘Non ho il badge, non frequentando non mi è stato mai inviato’. Non voleva farmi entrare, non ne voleva sapere. Ho chiamato il tutor. Dopo qualche minuto è arrivato il direttore, tutto trafelato, e la sbarra si è alzata. La guardia era imbarazzatissima per non avermi conosciuto, mi è dispiaciuto tantissimo perché è una cosa normale. Se non ti piace il calcio non c’è niente di male, ma è stato davvero bizzarro. Un momento di pura normalità che avrebbe potuto riguardare qualsiasi mio coetaneo”.
Racconta di essersi: “Conquistato il mio posto nel calcio un mattoncino alla volta. Da ragazzo non volevo farmi vedere in giro, non mi piace apparire. Così mi sono affermato, come uomo e come calciatore. Gli insegnanti del primo liceo che ho frequentato ora scrivono a mia nonna. Hanno capito che facevo bene a inseguire il mio sogno di diventare calciatore. Che valeva la pena saltare mezzora di lezione per andare a allenarmi mangiando un panino in macchina. Mi ripetevano che uno su mille ce la fa. Eccomi!”
Sei bergamasco poche parole tanti fatti .
Grazie Matteo, sono felice e onorato che fai parte della famiglia ATALANTA. Ciò che ti rende un grande giocatore è la tua umiltà, segno che i sani principi li hai assimilati dalla tua famiglia, come gli schemi di gioco di Gasperini…..