Questo stesso giorno, un anno fa, il ritorno a una normalità rivelatasi poi ancora molto complicata: l’Atalanta riabbracciò il Gewiss Stadium prima della ripresa
Gli anniversari, quelli belli e capaci soprattutto di donare speranza nell’avvenire dopo la bufera. Il 6 giugno 2020 l’Atalanta, che vi mancava dal 15 febbraio, 2-1 in rimonta alla Roma, concluse le sessioni di allenamento settimanali riabbracciando il Gewiss Stadium. In sordina, per evitare rischi di assembramenti, mentre fuori dal prefiltraggio della Curva Sud Morosini si teneva il consueto mercato del sabato di via Lazzaretto. La ripartenza ufficiale del calcio made in Bergamo dopo il terrore della pandemia nella fase più acuta, la cosiddetta prima ondata: il 24 dello stesso mese sarebbe ripreso il campionato, stoppato con la zona rossa estesa a tutta l’Italia il 9 marzo, con la partita in notturna (21.45) contro la Lazio.
6 GIUGNO, UN ANNO FA: RITORNO AL GEWISS STADIUM. Niente pubblico ammesso, ovviamente, fuori o dentro. A dare l’annuncio del lieto evento, soltanto sussurrato dai mass media in anticipo, l’immancabile Direttore Operativo Roberto Spagnolo, coordinatore unico dei lavori dell’impianto di proprietà. “Finalmente casa”, il suo commento in un post su Instagram corredato dall’immancabile foto. Era anche una prova generale, un test dell’utilizzo dello stadio in sicurezza sulla base delle linee guida del Protocollo per le partite di serie A. 6 giugno, allora un sabato, un anno fa: la data della rinascita. E la Dea, da lì, avrebbe spiccato il volo fin quasi a sfiorare lo scudetto, centrando perfino il quarto di finale secco a Lisbona del 12 agosto col PSG. A un passo dalle semifinali, sospinta dalla volontà di riscatto di una terra martoriata dal virus.